Sono stati notificati dalla Procura di Napoli gli avvisi di garanzia nei confronti delle quattro persone coinvolte nelle indagini sulla tragica morte dei tre operai deceduti venerdì scorso mentre erano al lavoro in un cantiere edile del Rione Alto.
A firmare gli avvisi, nei quali si ipotizza il reato di omicidio colposo, sono stati il pm Stella Castaldo e il procuratore aggiunto Antonio Ricci. Tra i destinatari figurano gli imprenditori Vincenzo Pietroluongo e Carlo Napolitano, l’amministratore del condominio Luca Luciani e il coordinatore della sicurezza Gianluca Di Franco. La notifica è avvenuta a cura dell’Ispettorato del lavoro dell’area metropolitana di Napoli, che opera su delega della magistratura.
Domani, intorno alle 14:30, sarà conferito l’incarico al medico legale per l’esame autoptico sulle salme dei tre lavoratori. L’obiettivo è chiarire con precisione le cause del decesso e ricostruire la dinamica dell’incidente, che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.
Questa sera, alle ore 20, la comunità del Rione Alto si stringerà nel dolore per ricordare le vittime con una veglia di preghiera. La cerimonia si terrà in piazzetta Pica, nel cuore di Cappella Cangiani, proprio sul luogo della tragedia. A guidare la recita del Rosario saranno i sacerdoti del quinto Decanato dell’arcidiocesi di Napoli. Durante la veglia verrà letto anche un messaggio di cordoglio inviato dal cardinale Mimmo Battaglia, attualmente a Roma per il Giubileo dei Giovani. "Non si può e non si deve morire di lavoro", sarà il messaggio forte che la comunità lancerà simbolicamente nel silenzio della sera.
Parallelamente, nel pomeriggio, si è svolto un presidio in Piazza del Plebiscito, davanti alla Prefettura. A promuoverlo, i militanti di Potere al Popolo e del sindacato Usb, che hanno chiesto maggiori controlli nei cantieri e una stretta decisa per fermare quella che definiscono "una strage continua e silenziosa". Tra i presenti anche Simona Esposito, madre di Patrizio Spasiano, il giovane morto a gennaio in un’azienda di Gricignano per una fiammata di ammoniaca durante un tirocinio.
"Vorrei andare nelle scuole a spiegare ai ragazzi che non devono accettare lavori sottopagati e privi di sicurezza", ha detto la donna con voce commossa. "Mio figlio non doveva accettare quel tirocinio, e nessun altro giovane dovrebbe trovarsi nella sua situazione".
