Dj Godzi, la salma rientra in Italia: si preparano i funerali a Napoli

La famiglia di Michele Noschese, in arte dj Godzi, ottiene il rimpatrio della salma

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Il padre porta con sé gli oggetti personali del figlio, mentre restano irrisolti i misteri sulle fratture rilevate e il ruolo della Guardia civil

Napoli.  

La salma di Michele Noschese, noto come dj Godzi, tornerà in Italia tra oggi e domani dopo che l’autorità giudiziaria spagnola ha autorizzato il rimpatrio. Il producer 35enne è morto lo scorso mese a Ibiza in circostanze ancora poco chiare, dopo un intervento della Guardia civil che lo avrebbe trovato in preda ad allucinazioni per poi immobilizzarlo mani e piedi.

Ad attenderlo a Napoli ci saranno i familiari, mentre il padre Giuseppe rientrerà via nave portando con sé l’auto e gli effetti personali del figlio, incluso il pupazzo di Godzilla a cui Michele era affezionato e da cui aveva tratto il suo nome d’arte.

Gli ultimi sviluppi lasciano aperte più domande che risposte. Gli esami diagnostici richiesti dalla famiglia avrebbero evidenziato fratture alle costole e alle clavicole, come confermato da Giuseppe Noschese: «Mi hanno consegnato il dischetto con le immagini, ma voglio esaminarle con attenzione una volta rientrato a Napoli». Tuttavia, nel referto si precisa che queste lesioni «devono essere valutate nel contesto attuale, dopo le manovre autoptiche», senza che sia ancora chiaro il loro peso nell’inchiesta.

L’autopsia ufficiale, disposta dalla magistratura spagnola, aveva escluso segni di violenza o soffocamento, attribuendo la morte a un arresto cardiocircolatorio dovuto all’«assunzione continuata di stupefacenti». Una versione in parte contraddetta dalla dinamica dell’intervento: secondo la Guardia civil, gli agenti erano stati chiamati per segnalazioni di «gravi alterchi» nel complesso residenziale di Roca Llisa, dove il dj viveva. Una donna, presunta compagna di Noschese, avrebbe cercato scampo rifugiandosi dai vicini dopo un’aggressione. Al loro arrivo, gli agenti avrebbero trovato Michele già nel giardino di un 82enne, che avrebbe aggredito a sua volta, prima di essere immobilizzato da tre poliziotti.


Mentre la famiglia prepara il ritorno in Italia di Michele, restano da chiarire le vere cause delle fratture e il ruolo delle manovre di contenimento nella sua morte. Un caso che, tra omissioni e versioni contrastanti, rischia di lasciare un vuoto più profondo di quello già doloroso del lutto.