“Così come scandito anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sovraffollamento e suicidi oggi sono “un’emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi e porre fine immediatamente".
Noi, in qualità di Garanti delle persone private della libertà personale, chiediamo soluzioni quali la liberazione anticipata speciale, estendendo il quantum minimo dagli attuali 45 giorni a 75, lo abbiamo fatto durante il Covid, lo abbiamo fatto in Italia quando la Corte europea dei diritti dell'uomo ci ha sanzionato; ancora, un provvedimento deflattivo immediato così come già messo in opera dal Governo Berlusconi nel 2003 e nel 2010, per coloro che devono scontare meno di 18 mesi”.
La questione è stata messa nuovamente in evidenza dal Portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale e Garante Regionale per la Campania, Samuele Ciambriello, in una mobilitazione nazionale che a Napoli si è svolta in territorio dal forte valore simbolico, ossia tra l'ingresso del Tribunale nel piazzale Cenni e le mura del carcere di Poggioreale.
I detenuti presenti in Italia - ha sottolineato Ciambriello - sono 62.723 mentre i posti disponibili sono 46.706. In Campania sono 7.571 a fronte di 5.497 posti regolarmente disponibili."
Questa criticità è, oltremodo, aggravata dall' attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento e, in alcuni casi, di intere sezioni detentive.
Altro dato allarmante fornito da Ciambriello: in Italia i detenuti presenti con una pena inflitta e residua da 0-1 anni sono 9.261, in Campania sono 904.
Uno numero specifico riguarda il carcere di Poggioreale dove vi sono “2.066 detenuti su posti e capienza di 1300 persone".
Ma tra le note dolenti "anche la mancanza di agenti di polizia penitenziaria ed educatori, medici, pedagogisti, educatori, criminologi".
Il presidio è stato organizzato dal Garante Regionale dei detenuti e dal Garante Comunale, don Tonino Palmese, insieme alla Pastorale Carceraria della Diocesi di Napoli, la Camera Penale di Napoli, il Movimento Forense e l’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord. Tra i presenti anche padre Alex Zanotelli, il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, il consigliere regionale Pasquale Di Fenza, che in mattinata, insieme ai due Garanti, sono stati in visita al carcere di Poggioreale.
Le conclusioni, invece, sono state espresse dal responsabile della Pastorale Carceraria della diocesi di Napoli don Franco Esposito.
Dal presidio, popolato da più di 70 tra volontari, parroci, esperti, avvocati, garanti, rivolti con lo sguardo alle celle del carcere, sono state scandite le parole “dignità" e “libertà'".
Il portavoce della Conferenza Nazionale dei Garanti dei detenuti ha così concluso:
“la speranza - o l’ambizione - è quella che una visione costituzionale ed umanizzante della pena non si areni prima di diventare norma, decreto o provvedimento nuovo di liberazione anticipata. Il carcere è un luogo senza tempo e senza dignità, senza spazi, umanità, e tante ingiustizie, per i detenuti e i detenenti. Perché si toglie spesso, anche nel parlarne, la speranza che è un dettato costituzionale? Io sono preoccupato perché un minimo sindacale per i detenuti da tempo non è stato fatto. E allora, il carcere è una discarica sociale? Io penso che il carcere, nel suo insieme, comunità di detenuti e detenenti, se non avrà risposte, entro breve tempo rischia di diventare una bomba a orologeria.
Abbiamo organizzato questo presidio i Garanti, la Pastorale Carceraria della diocesi di Napoli, con l'adesione della Camera penale di Napoli, il Movimento Forense e l'ordine degli avvocati di Napoli Nord, per rompere il silenzio della politica e della società civile sul carcere”.
