A Napoli "L'albero delle vite cadute", omaggio alle morti sul lavoro

Una installazione nella sede della Fillea Cgil Campania

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Napoli.  

"Si chiama l'albero delle vite cadute" ed è un'installazione militante dedicata alle lavoratrici e ai lavoratori dell'edilizia morti per infortuni sul lavoro. E' stato acceso oggi nella sede della Fillea CGIL Campania a Napoli alla presenza di Vincenzo Maio (segretario generale Fillea CGIL Campania), don gino Pecoraro, Angela Nicotera (in rappresentanza dell'Inail) . Non una commemorazione rituale, ma un atto di accusa contro un sistema che continua a sacrificare vite in nome del profitto. L'opera riproduce un cantiere edile che si sviluppa verso l'alto come un albero tragico: impalcature, segnaletica di sicurezza, caschetti e luci segnano ogni livello della struttura. Ogni luce accesa è una vita spezzata, un nome che troppo spesso resta un numero nelle statistiche ufficiali. Una morte che poteva e doveva essere evitata.

Alla base dell'installazione, un'"area di cantiere" con piccoli mezzi da lavoro e il cartello "inizio area cantiere" ricorda che il luogo dove si produce ricchezza è oggi ancora, troppo spesso, un luogo di morte. In edilizia si continua a morire per mancanza di sicurezza, per subappalti a cascata, per ritmi insostenibili, per controlli insufficienti, per una cultura che considera il lavoro una variabile sacrificabile. Con l'accensione dell'"albero delle vite cadute", la Fillea CGIL Campania denuncia una strage continua e annunciata. Chiede interventi immediati, investimenti veri in prevenzione, formazione obbligatoria e controlli efficaci. Chiede il rispetto dei contratti, la fine del dumping e dello sfruttamento, l'assunzione di responsabilità da parte di imprese e istituzioni. Ricordare i morti significa lottare per i vivi. Tenere acceso questo albero significa non spegnere la rabbia, la memoria e l'impegno. Perché il lavoro deve garantire dignità, non morte. Perché nessuno dovrebbe uscire di casa per lavorare e non farvi ritor