Venezia 82: da Sorrentino a D'Angelo, il cinema italiano è partenopeo

Quattro film su 5 italiani in concorso sono campani. Attesa per il doc su Nino D'Angelo

venezia 82 da sorrentino a d angelo il cinema italiano e partenopeo

Napoli regina al Festival del cinema che si apre oggi

Napoli.  

L’anima di Napoli pervade la 82esima Mostra del Cinema di Venezia. Un’egemonia culturale, quella partenopea, che si impone con la forza delle storie e la maestria dei suoi autori, trasformando la rassegna lagunare in una ideale appendice del Golfo. A guidare la carica, come un moderno condottiero della settima arte, c’è ovviamente Paolo Sorrentino, presente in concorso con il film d’apertura, “La Grazia”.

Un ritorno al cinema politico e di pensiero per il regista premio Oscar, che affida a Toni Servillo i panni di un Presidente della Repubblica immaginario, Mariano De Santis, vedovo, cattolico, affiancato dalla figlia giurista (Anna Ferzetti) e alle prese con la fine del mandato. Al centro della narrazione, il dilemma morale e due richieste di grazia: una donna ha pugnalato nel sonno il marito che la picchiava; un uomo ha tolto la vita alla moglie, malata terminale di Alzheimer. E poi, terzo dilemma, c’è il tradimento della moglie amatissima del presidente che risale a quarant’anni fa, che tuttora lo dilania.

«È un film sull’amore. Non solo immediato, ma in senso ampio: per la moglie, per la figlia, per le istituzioni, per il diritto», ha spiegato Sorrentino alla stampa internazionale dopo una proiezione per la stampa accolta da lunghi applausi. Il regista napoletano torna a riflettere su un tema a lui caro, il potere, ma attraverso la lente del «dubbio».

«L'esercizio del dubbio – ha affermato – è una delle qualità poco frequentate in politica. La degenerazione del dubbio nella prima Repubblica si chiamava immobilismo. Ma su temi come concedere una grazia [...] l'esercizio del dubbio dovrebbe essere una conditio sine qua non. Oggi si assiste troppo spesso a uomini di potere che esercitano delle certezze. Solo che una volta quelle certezze erano supportate da ideologie. Oggi sono più che altro strampalate».

Sebbene il personaggio di Servillo evochi per molti versi l’icona presidenziale di Sergio Mattarella, Sorrentino scardina ogni facile analogia per costruire un ritratto universale di un uomo in lotta con la coscienza.

Il trionfo campano in concorso: non solo Sorrentino

La vera notizia, tuttavia, è che Sorrentino non è un caso isolato, ma il capitano di una squadra formidabile. Quattro dei cinque film italiani in gara per il Leone d’Oro sono, infatti, firmati da autori campani o profondamente radicati nel tessuto napoletano.

Dopo “La Grazia”, è il turno di “Elisa” di Leonardo Di Costanzo. Il regista campano porta sullo schermo la storia vera di una donna, interpretata da Valeria Golino, in carcere da dieci anni per l’omicidio della sorella. «Questo film – ha dichiarato Di Costanzo – nasce da una riflessione iniziata con Ariaferma e proseguita in direzione più intima e spiazzante: raccontare non il crimine in sé, ma il percorso interiore di chi lo ha compiuto».

A seguire, Pietro Marcello presenta “Duse”, un’ambiziosa pellicola sugli ultimi anni della grande attrice Eleonora Duse, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi. «Un viaggio straordinario, iniziato proprio a Venezia», ha raccontato Marcello, esprimendo la gioia per un ritorno nel luogo dove tutto è cominciato.

Chiude il quartetto d’autore Gianfranco Rosi, Leone d’Oro 2016, con il documentario “Sotto le nuvole”. Un’opera maestosa girata in bianco e nero, frutto di tre anni di vita a Napoli, che costruisce un mosaico poetico e filosofico sulla città. «Raccolgo le storie nelle voci di chi parla, scruto le nuvole, i fumi dei Campi Flegrei. Quando filmo accolgo la sorpresa di un incontro», ha spiegato Rosi.

Fuori Concorso: il caso Tortora, il Mostro di Firenze e il ritorno di Nino D’Angelo

La presenza napoletana travalica i confini della gara ufficiale. In sezione Fuori Concorso, spiccano due serie tv highly anticipated. “Il Mostro” di Stefano Sollima (Netflix) ripercorre le indagini sul mostro di Firenze, mentre “Portobello” di Marco Bellocchio – di cui saranno mostrati i primi due episodi – affronta il drammatico caso giudiziario di Enzo Tortora, ingiustamente accusato di camorra. Con Fabrizio Gifuni nel ruolo del conduttore, la serie è stata girata in gran parte a Napoli, con un cast che include Lino Musella e Alessandro Preziosi.

Notevole attesa anche per “NINO. 18 GIORNI”, documentario diretto da Toni D’Angelo sulla vita e la carriera del padre, il cantante Nino D’Angelo. Un viaggio intimo e toccante che, attraverso le domande del figlio-regista, ripercorre l’ascesa dal quartiere di San Pietro a Patierno al successo nazionale, senza dimenticare le ombre e il prezzo di quella celebrità.

Completano il ricchissimo panorama napoletano al Lido film come “L’isola di Andrea” del maestro Antonio Capuano (85 anni), mentore dichiarato di Sorrentino, e le star globali di origini campane che animeranno i red carpet.

Un’edizione, la 82esima, che si conferma così non solo come un trionfo del cinema italiano, ma soprattutto come la celebrazione di una capitale artistica, Napoli, che continua a ispirare e dettare legge nel racconto per immagini.