Sorrento, l'escursionista Visetti: a rischio l'Alta Via dei Monti Lattari

Il cartografo e autore del Progetto Tolomeo chiede la revisione dell'ordinanza sindacale

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L'escursionismo nella penisola sorrentina offre itinerari suggestivi e impegnativi ricercati con sempre maggiore frequenza anche dai turisti. Per non compromettere l'attività vengono suggerite alcune modifiche da apportarsi.

Sorrento.  

Con una nota trasmessa al sindaco Massimo Coppola e a Luigi Cuomo direttore generale di Penisolaverde SpA  Giovanni Visetti, escursionista, cartografo e autore del Progetto Tolomeo (proposto al Comune di Massa Lubrense) e di tutti i successivi aggiornamenti "che hanno mantenuto anche i collegamenti con la sentieristica sorrentina e poi santanellese" ha formalizzato la richiesta di revisione dell'ordinanza 276 del 23 agosto scorso con la quale è stato  interdetto il transito su alcuni sentieri, fra cui il più importante itinerario escursionistico della Penisola, quello dell'Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) "...parte integrante e indispensabile del Progetto essendo uno dei più frequentati della rete e senza dubbio un grande attrattore turistico che genera notevole indotto economico".

Secondo Visetti l'ordinanza presenta alcune incongruenze e inesattezze che meriterebbero di essere revisionate per non pregiudicare l'attività escursionistica e ne redige un puntale elenco con l'auspicio di una rettifica.

Visetti: ecco tutti i punti deboli dell'ordinanza

"In nessun punto viene specificato di quale paventato pericolo si tratti, la non pertinenza dell’art. 677 c.p. (Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina) in quanto si fa solo riferimento al catasto terreni e, al contrario, la mancata considerazione di leggi inerenti alla sentieristica fra le quali la n. 91 del 26 gennaio 1963 (Riordinamento del Club Alpino Italiano) e L. Reg. 14 del 24 giugno 2020 (Norme per la valorizzazione della sentieristica e della viabilità minore), nonché l’impossibilità di notifica a destinatari dei quali non si conosca l’indirizzo".

1) la parte di sentiero ricadente in proprietà private (poco più di 1,5km) è stata suddivisa in tre parti di caratteristiche ben distinte; ciononostante l’ordinanza varrebbe per tutte, in egual modo: o il “primo tratto” non presenta alcuna criticità, tant’è vero che fino alle chiusure per Covid, lo stesso Comune di Sorrento, insieme con quello di Sant’Agnello, ha organizzato vari “concerti all’alba sulla Malacoccola”, che hanno comportato anche la costruzione di un palco temporaneo e la partecipazione di centinaia di persone, poi assiepate ai lati del sentiero, che hanno raggiunto la località (Pizzetiello) utilizzando proprio questo sentiero; o il “secondo tratto” è certamente più accidentato ed è classificato EE (per escursionisti esperti) dal Club Alpino Italiano, così come tanti altri km dell’Alta Via dei Monti Lattari, ma non è esposto. Se fosse giudicato davvero particolarmente pericoloso, si dovrebbe chiudere circa metà Alta Via, inclusi i frequentati percorsi di Monte San Costanzo, Recommone – Monte di Monticchio, Colli San Pietro – Monte Vico Alvano, Monte Comune e molti altri sentieri della rete CAI della penisola sorrentino-amalfitana, incluso il Sentiero degli Dei; o per il “terzo tratto”, si dichiara in modo esplicito che “non è stato oggetto di ispezione"; tuttavia lo si definisce “pericoloso” come il secondo pur essendo in falsopiano e ben tracciato, abbastanza largo e solido da essere normalmente percorso da quad. Una asserzione totalmente infondata, basata unicamente sulla discutibile idea che “è possibile supporre con ragionevole certezza” che “sia in cattivo stato manutentivo” come il secondo;

2) che senso ha ordinare di installare recinzioni e mettere in sicurezza staccionate (oltretutto in totale rovina e presenti solo per poche decine di metri) se si inibisce l’accesso all’intero sentiero? E, al contrario, che senso avrebbe obbligare i proprietari ad inibire l’accesso all’intero sentiero dopo averlo messo in sicurezza?

3) gli “interventi di messa in sicurezza delle staccionate presenti”, sono assolutamente impensabili, anche in considerazione dei recenti incendi (non so quante ne siano rimaste); oltretutto si deve tener conto che le stesse furono realizzate nel 2005 dalla Comunità Montana Penisola Sorrentina (soppressa nel 2008) che comprendeva 10 Comuni, fra i quali anche Sorrento e Sant’Agnello e gli stessi avrebbero dovuto provvedere alla manutenzione di quelle ricadenti nel proprio territorio. Di conseguenza toccherebbe a loro anche la rimozione;

4) come si “collauda” un sentiero? A quale legge o regolamento ci si riferisce? Quali titoli dovrebbe avere un “tecnico abilitato” che possa firmare “l’attestazione di eliminazione di ogni pericolo ...”? In considerazione di tutto ciò, rinnovo l’invito ad evitare l’interruzione del tratto Pizzetiello - Borra dell’Alta Via dei Monti Lattari, (integrata nei 7.000km del Sentiero Italia - SI), fondamentale per la rete sentieristica sorrentina e dei Comuni limitrofi nell’ambito del Progetto Tolomeo, mediante semplici ed opportuni interventi, oltretutto molto più rapidi ed economici di quelli previsti nell’Ordinanza, quali:

apporre segnale di limite competenza comunale lungo la strada Calcara di Torca;

- utilizzare segnaletica con consigli, avvertenze e divieti (non di accesso e/o transito) come quella già
adottata dal Comune di Agerola per il noto e molto più frequentato Sentiero degli Dei;

- aggiungere opportuni ulteriori cartelli di avviso più specifici alla base ed in cima al tratto più ripido e accidentato (classificato EE dal CAI);

- rimuovere tutte le staccionate, ... senza rimpiazzarle;

- se il passaggio che preoccupa (pur senza fondati motivi) fosse quello dal quale inopinatamente si
allontanò la vittima dell’incidente dell’ottobre 2022, si potrebbe facilmente bypassarlo ripristinando
una traccia esistente poco più a nord e molto più lontana dal ciglio della falesia.

Una soluzione che esoneri il Comune da responsabilità e sia sicura per gli escursionisti

L'invito di Visetti è quindi quello di valutare "...se i suddetti interventi possano essere considerati sufficienti ad esonerare sia il Comune sia i privati da eventuali responsabilità (come in tutte le zone turistico-escursionistiche) e, al tempo stesso, a mettere in guardia gli escursionisti dai pericoli dell’area, comunque comuni a qualunque percorso in ambiente naturale. 

Per definizione l’escursionismo è attività potenzialmente pericolosa nella quale è inevitabile ed ineliminabile un certo margine di rischio, limitabile con la percezione dello stesso e l’autoresponsabilità. Di  norma, i divieti vengono emanati solo in previsione di possibili eventi specifici e temporanei, come, per esempio, pericolo incombente di slavine, valanghe, eruzioni, frane, allerta meteo, alluvioni e simili, mentre non ci sono limiti a muoversi negli ambienti naturali in qualunque direzione e contro qualunque pendenza;basti pensare alle arrampicate, alla corsa in montagna e allo sci fuori pista. Divieti sono altresì emanati per tratti di percorsi artificiali come passerelle, ferrate, scale fuori terra e ponticelli a seguito di deterioramento e/o assenza di manutenzione in quanto le responsabilità potrebbero ricadere sui costruttori e/o manutentori".

Per quanto riguarda l'ultimo aggiornamento del Progetto Tolomeo attivamente sostenuto dalla sua Amministrazione tramite il coordinamento di Penisolaverde Spa - conclude Visetti - devo sottolineare che, nel caso di effettiva interruzione dell’Alta Via dei Monti Lattari, le migliaia di mappe ancora disponibili delle 50.000 stampate a giugno 2023, risulterebbero non affidabili e fuorvianti in quanto non aggiornate, quindi non dovrebbero essere distribuite se non con specifica nota esplicativa allegata".