Whirlpool conferma licenziamento collettivo da aprile

Dal tavolo al ministero l’azienda conferma il suo percorso

whirlpool conferma licenziamento collettivo da aprile
Napoli.  

Dal tavolo in corso al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza dello stabilimento Whirlpool di via Argine, tenuto in videoconferenza, l’amministratore delegato della sezione italiana della multinazionale americana, Luigi La Morgia, conferma che l'azienda garantirà la piena retribuzione fino al 31 dicembre per i lavoratori di Napoli, come da accordi con il governo.

Dal primo gennaio, ci sarà poi richiesta di ammortizzatori sociali fino alle fine del blocco dei licenziamenti. L'azienda avrebbe dato, inoltre, la sua disponibilità ad anticipare la cig. 

Dopo la cassa integrazione per Covid fino a marzo per lo stabilimento di Napoli dal 1 aprile l'azienda intende dunque avviare la procedura per il licenziamento collettivo dei lavoratori partenopei.

Le reazioni dei sindacati sono dure. 

Antonio Accurso, segretario generale della Uilm Campania ha affermato che “la riunione di oggi su Whirlpool, avvenuta dopo più di 50 giorni dall'incontro tenuto dal Presidente Conte con tutte le organizzazioni sindacali, ci lascia insoddisfatti perché non impone il rispetto degli accordi, non chiarisce il futuro di Napoli, non da visioni certe su Caserta e sulle reindustrializzazioni che la interessano e addirittura crea dubbi per dichiarazioni aziendali sulla copertura economica da gennaio in poi per i lavoratori di Napoli. Dopo i proclami delle ultime settimane e a pochi giorni dal Natale pensiamo che sia un grosso passo falso quello compiuto dall'azienda. Il governo faccia la sua parte per non trasformare in farsa una vertenza che merita risposte concrete e autorevoli".

Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl e Raffaele Apetino, segretario generale Fim Cisl Campania hanno sottolineato che “l’azienda dopo una panoramica sullo stato della produzione degli stabilimenti italiani, ha dichiarato che nel 2020 c’è stato un recupero di domanda repressa che ha consentito di chiudere l'anno in una situazione non troppo dissimile al 2019. L'impegno per il 2021 verso gli stabilimenti italiani rimane, come confermato dai volumi produttivi mentre a Napoli, nel confermare la cessazione delle attività produttive, sarà rispettato l'obbligo di divieto di licenziamenti fino al 31 marzo. A Napoli, purtroppo - hanno precisato Nobis e Apetino - constatiamo che l'impegno di Whirlpool, previsto dal piano del 2018, è stato completamente disatteso in quanto non solo non c’è traccia dei 17 milioni di euro di investimenti ma addirittura la multinazionale ha dichiarato la chiusura. L'azienda nel corso dell'incontro ha ribadito di pagare a piena retribuzione i dipendenti del sito di Napoli fino al 31 dicembre 2020 e di ricorrere agli ammortizzatori sociali dal 1 gennaio 2021 fino alla fine del blocco dei licenziamenti previsto per il 31 marzo. Sul tipo di cassa integrazione a cui ricorrere ci sarà un approfondimento tecnico da parte del Ministero del Lavoro. Anche su Caserta resta l'incognita reindustrializzazione che a detta dell'azienda dovrebbe partire tra fine gennaio e inizio febbraio 2021. Il sito di Carinaro non può essere sempre dimenticato dagli investimenti. Da parte nostra abbiamo chiesto a governo e azienda che Whirlpool si faccia carico fino al 31 marzo degli stipendi dei lavoratori. Oggi è il 21 dicembre, mancano 5 giorni lavorativi al 31 dicembre. Ci aspettavamo a questo punto non ipotesi ma risposte e assunzioni di responsabilià’. Il governo aveva detto dopo il 30 ottobre che i lavoratori di Napoli non sarebbero stati lasciati soli ma la sensazione e' che questi 50 giorni siano stati sprecati senza trovare soluzioni. I lavoratori devono essere coinvolti. Ci sono le condizioni di altre produzioni a Napoli accanto alle lavatrici? Il Ministero dello Sviluppo Economico e Whirlpool hanno gli strumenti e le risorse per la ricerca di produzioni integrative, dalla componentistica degli elettrodomestici a progetti innovativi di remanufaturing. Abbiamo, infine, richiesto la convocazione di un tavolo urgente per fare chiarezza sul sito di Napoli e Caserta nel rispetto dell'applicazione dell'accordo del 2018"

Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli ha sottolineato che “’lincontro di oggi non è servito a sciogliere nessuno dei due nodi: chiarire la posizione della Whirlpool sul rispetto del piano industriale, garantendo il riavvio della produzione di lavatrici a Napoli con il conseguente pagamento dei salari pieni ai lavoratori. L’ad La Morgia continua a non rispondere sulle motivazioni per cui l'azienda ritiene di non riattivare la produzione a Napoli malgrado il quadro, peraltro confermato dalla stessa azienda, di una ripresa di mercato e di saturazione conseguente di tutti i siti, già per il 2020 con un trend crescente per almeno i prossimi sei mesi del 2021. Fino a quando non ripartirà la produzione di lavatrici a Napoli - ha aggiunto Rappa - la vertenza rimane aperta. Inoltre per la Fiom i lavoratori, oltre a continuare ad essere a libro paga della Whirlpool, sono a disposizione dell'azienda, pertanto vanno retribuiti a pieno salario. L'azienda ritiene invece di attivare ammortizzatori sociali non meglio identificati, minacciando di non pagare i lavoratori. Su questo punto la Sottosegretaria Todde ha riaggiornato l'incontro nelle prossime ore per trovare una soluzione alla questione salariale. L’accordo del 2018 è valido fino al 2021 e la multinazionale non potrebbe attivare procedure di licenziamento. In ogni caso in virtù del blocco dei licenziamenti anche a fronte di un'eventuale avvio della procedura a partire dal 1 aprile i lavoratori saranno a libro paga della Whirlpool fino al mese di giugno. L'azienda deve sapere che fino a quando non ci sarà rispetto dell'accordo in tutte le sue parti, da Napoli agli altri siti, la vertenza non sara' conclusa e le iniziative di lotta nello stabilimento di via Argine continueranno e si intensificheranno già a partire dall'assemblea di domani in cui valuteremo ulteriori mobilitazioni da intraprendere. Auspichiamo che il Governo alla luce della situazione - conclude Rappa -svolga un ruolo attivo e più incisivo rispetto al passato per far modificare la posizione aziendale".