Una mozione per Gaza, un terremoto politico. Mercoledì, il consiglio comunale di Napoli ha approvato all’unanimità un documento che impegna l’amministrazione a interrompere le collaborazioni con enti israeliani legati al governo Netanyahu, privilegiando invece le Ong pacifiste. Un voto che ha unito la maggioranza – sindaco Gaetano Manfredi compreso – ma ha scatenato l’indignazione della Comunità ebraica, che accusa la mozione di «lasciare campo libero all’odio».
La mozione che divide
Il testo, presentato dal consigliere Sergio D’Angelo e sostenuto da esponenti della sinistra, invita anche la Regione Campania e il governo italiano a limitare accordi con università e imprese israeliane, promuovendo invece aiuti umanitari a Gaza attraverso programmi come Food for Gaza. La Rete Napoli per la Palestina ha definito il voto «una vittoria della giustizia», ma la reazione della Comunità ebraica è stata durissima: in una lettera a Manfredi e alla presidente del consiglio Enza Amato, parla di «segnale inquietante» e di «evento squilibrato», citando anche lo striscione “Palestina libera dal fiume al mare”, interpretato come un appello alla «cancellazione di Israele».
Fdi e Lega hanno disertato il dibattito, mentre Forza Italia è uscita in aula al momento del voto. Il partito di Giorgia Meloni ha bollato la mozione come «inappropriata», difendendo Israele come «avamposto di democrazia».
a Comunità ebraica, dal canto suo, contesta l’assenza di riferimenti agli ostaggi di Hamas e avverte: «Quella formula vaga sugli enti israeliani stigmatizza chiunque abbia rapporti con il Paese, compresi scambi culturali con la nostra comunità».
Il sindaco Manfredi cerca di abbassare i toni: «Il documento esprime un principio, ma per un Comune interrompere i rapporti con Israele non ha un significato concreto». Il sindaco dal canto suo, in ocacsione della presentazione del Napoli Pride che parte domani, ribadisce la necessità di restare uniti, Napoli del resto è sempre stata una città inclusiva e un ponte per la pace.
Domani al Pride
La comunità Lgbtqia+ napoletana intanto si ricompatta in vista del Napoli Pride 2025, anche se restano echi della spaccatura nata intorno ad alcune posizioni divergenti su Israele e la causa palestinese. Domani è il giorno della parata (raduno alle 16 in piazza Municipio), da cui si erano dissociate l’associazione transessuale Napoli (Atn) e I-Ken in nome delle loro posizioni pro-Gaza. Le critiche sono arrivate per la trasferta al Pride di Tel Aviv e a una missione sui diritti del governo israeliano, del presidente Arcigay Antinoo Napoli Antonello Sannino: «Con le altre associazioni siamo innanzitutto amici, a prescindere da questa vicenda, che è stata manipolata: la spaccatura rientra e loro parteciperanno al Pride con le loro modalità» ha chiarito Sannino.