Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Tranquilli, no problem: possiamo continuare a sparare cazzate

Un Paese sempre più incarognito

tranquilli no problem possiamo continuare a sparare cazzate

Ce la ricorderemo a lungo questa stagione all'insegna della cattiveria gratuita, eccome se ce la ricorderemo. Chissà se riusciremo a vergognarci un po' per aver trasformato il nostro Paese in un ring sul quale tutti continuano metaforicamente a darsele di santa ragione. Fomentati dalla propaganda, analfabetizzati dai social e dal loro carico di odio e falsità che quotidianamente riversano in rete.

E' come se, all'improvviso, l'Italia avesse iniziato a vomitare a profusione tutto ciò che fino a quel momento aveva tenuto nascosto. Un magma di rancore, invidia e frustrazione che ha rotto ogni barriera, tracimando ovunque. Eruttato da un vulcano che ne ha ha sparso i lapilli in tutte le direzioni, in ogni settore. Ecco perchè tutti ci siamo convinti, d'incanto, di essere diventati medici, giuristi, economisti, esperti in qualsiasi campo dello scibile umano.

Solo così si spiegano il “questo lo dice lei” che trasuda ignoranza, la presunzione di poter sempre dire l'ultima a tutti i costi. Un Paese con mille problemi, intontito ed incarognito dalle parole d'ordine urlate con la faccia ingrugnita a favore di telecamera, in cui merito e competenza sono diventate un disvalore agli occhi, alle orecchie ed alla pancia di una moltitudine alla quale è stato fatto credere che la comprensibile rabbia di tantissimi si sarebbe tradotta in giustizia, e chissenefrega se sommaria e ispirata alla vendetta.

L'importante è che valga per gli altri, certo non per noi che siamo gente seria che paga le tasse, che maramaldeggia sullo straordinario, sui certificati di malattia, sui permessi sindacali; che la domenica va a messa dopo aver istigato all'odio nei confronti dell'altro, soprattutto se nero; che fa il doppio lavoro a nero da sempre, che paga a nero la badante e lo straniero impiegato nei campi o in tante altre attività – quelli che tolgono il lavoro agli italiani -. Siamo quelli che gridano e se la prendono con il destino cinico e baro se si imbattono in un raccomandato; e non perchè sia tale, ma perchè ci rode che al suo posto non ci sia nostro figlio.

Siamo quelli che maledicono la vecchia classe politica, come se non ce l'avessimo mandata noi al potere, a decidere leggi e leggine di cui abbiamo approfittato per zavorrare la pubblica amministrazione, con assunzioni e trasferimenti sotto casa, a far finta di lavorare. E' come se tutto ciò una gran parte degli italiani – quelli che hanno goduto privilegi, ora impensabili, ed i loro eredi- l'avesse dimenticato. Meglio: cerca di farlo dimenticare alzando la voce, puntando il dito moralizzatore contro il vicino di casa, senza mai un attimo di autocritica.

La colpa è sempre degli altri, quelli di cui invochiamo venga squadernata la vita, con le sue malefatte da esibire come scalpo alla massa informe ed ululante che riempie le piazze virtuali e pretende la ghigliottina, la fucilazione, pene esemplari. La colpa non è mai nostra, noi siamo sempre le vittime, la nostra vita è purissima e senza peccati, guai ad invaderla. Chi lo fa, rischia grosso: mi dicono, infatti, che ora – ripeto ora – c'è la legittima difesa. Dunque, tranquilli: possiamo continuare a 'sparare cazzate'.