Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Massì, diciamocelo: dovremmo tutti vergognarci un po'

Il dramma del carabiniere ucciso e lo squallido spettacolo offerto

massi diciamocelo dovremmo tutti vergognarci un po

Ora che già appare meno forte, inevitabilmente, l'emozione per la tragica fine del giovane carabiniere ucciso a Roma mentre lavorava; che il letamaio social ha sostituito in fretta e furia le foto segnaletiche e l'identità di alcuni cittadini nordafricani- pubblicate nell'immediatezza per additarli come “bestie ed infami” e corredate da una valanga di commenti ispirati da xenofobia e razzismo-, con 'divagazioni' di altro genere che rimandano alla mozione degli affetti; che, anche se certi post vomitevoli sono stati rimossi – i leoni da tastiera fanno così-, resta la puzza insopportabile dell'intolleranza; che il fuoco dell'istigazione all'odio arde sempre più; che continua a dominare, purtroppo, la convinzione che la gravità di un crimine dipenda dal colore della pelle di chi lo commette, dal suo credo religioso, dal censo e dagli studi e, magari, da altezza e peso; e che sia urgente la vendetta e non la giustizia; che il processo sia solo una perdita di tempo rispetto alle 'sentenze' pronunciate dai sovraeccitati tribunali del popolo che hanno modi spicci quando si tratta degli altri; che l'analfabetismo viene fomentato senza limiti per squallide operazioni di sciacallaggio (e non se abbiano gli sciacalli); che le televisioni sono affollate dalle urla sguaiate e dallo squittio di propagandisti livorosi che hanno interesse ad alimentare lo scontro tra le 'curve', supportando, in particolare, quella in cui sono assiepati quanti pretendono la ghigliottina in piazza per il vicino antipatico e le massime garanzie, che grazie al cielo esistono, per se stessi ed i loro familiari.

Ecco, ora che tutto ciò è accaduto, ed il peggio potrebbe ancora non essere arrivato, davvero siamo sicuri di non dover provare un po' di vergogna noi che abbiamo avuto la fortuna di nascere in un Paese bellissimo, ed ora siamo costretti a fare i conti, per colpa nostra, con una ondata ributtante di subcultura, ignoranza e malafede alla quale non riusciamo ad opporci? Dovremmo usare l'ironia ed il pensiero, non impegnarci in una corsa verso il degrado nella quale a spuntarla, come l'esperienza della rete insegna, sono i troll offerti ad una opinione pubblica rabbiosa e rancorosa.

P.S. Gli appartenenti alle forze dell'ordine, ora destinatari di tantissimi messaggi di vicinanza, sono gli stessi che ogni giorno, magari, ci fermano, facendoci incazzare, perchè guidiamo col telefonino incollato all'orecchio o perchè abbiamo commesso un'infrazione. Ricordiamocelo sempre, non solo quando uno di loro perde la vita. Perchè nelle occasioni drammatiche, si sa, è più comodo solidarizzare.

II rispetto per coloro che indossano una divisa e sono soggetti come noi - più di noi - alla legge ed alle regole di uno Stato di diritto, è dovuto. Si nutre però della fiducia che non si ripetano mai più certi comportamenti disonorevoli assunti da alcuni difensori della sicurezza collettiva, e che a nessuno sia consentito di bendare un indagato ammanettato e diffonderne la foto. Il rispetto è una cosa seria. Non un like su facebook, instagram e twitter.