Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Beati certi dipendenti pubblici: Dio li conservi a lungo

Lavoratori non fessi come gli indefessi

beati certi dipendenti pubblici dio li conservi a lungo

Beati loro. Non una ma mille volte. Beati loro che sono dipendenti pubblici, appartenenti a quella speciale riserva che li rende praticamente intoccabili. Impermeabili alle intemperie, in grado di adattarsi ad ogni cambio di stagione, di modellarsi a seconda delle esigenze. Posto fisso a vita, et voilà. Poco importa il grado e il livello di responsabilità: dal più alto all'ultimo, a quello strapuntino conquistato, e guai a chi lo tocca. Tranquilli, non li tocca nessuno.

La mattina in ufficio, pagati per un servizio che dovrebbero offrire, il pomeriggio, tranne per chi sceglie i due rientri ed il sabato resta a casa, completamente a disposizione. Per un secondo lavoro, la famiglia, un hobby, gli amici. Guadagniamo poco, li senti lamentarsi. E a farlo sono soprattutto coloro che meno fanno o non fanno una beneamata cippa, che accompagnano con lo sguardo, e nient'altro, gli sforzi di quanti -sono tantissimi, per fortuna – lo stipendio se lo guadagnano meritatamente. Permettendo, questi ultimi, soprattutto ad alcuni settori dell'ansimante macchina della pubblica amministrazione di continuare la propria marcia e non deragliare.

Una esagerazione ingiusta, una banale generalizzazione? D'accordo, ma nel frattempo, mentre scagliate i vostri dardi avvelenati contro chi scrive, provate a farvi un giro, un giorno qualunque di un mese qualunque. Lo spettacolo è sempre lo stesso, e agli occhi non sfuggirà la vista di quello che puntualmente se ne va a spasso portandosi dietro un foglio o una cartellina che potrebbe risultare utile, non si sa mai, se dovesse scattare un controllo.

Beati loro, insisto, che non conoscono la fatica di coloro che ogni mattina devono alzare la serranda di un negozio, aprire la porta dello studio, attendere i clienti o cercarseli, arrovellarsi il cervello per produrre, con le loro imprese – grandi o piccole che siano -, reddito per loro stessi ed i loro dipendenti, se hanno la forza per averne.

Dio li conservi a lungo, quei dipendenti pubblici che neanche immaginano l'esistenza del termine licenziamento, l'angoscia del futuro, il timore del presente. “Questo non mi tocca...” è il loro motto. Lo ripetono come un mantra se qualcuno osa chiedere 'un passo in più' alle loro 'competenze'. Apriti cielo: tuoni e fulmini, si rivolgono al sindacato. Lavoratori non fessi come gli indefessi. Beati loro.