Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Bla, bla, bla: parlano, parlano. E si parlano addosso

Lo spettacolo che va in onda 24 ore al giorno, tutti i giorni

bla bla bla parlano parlano e si parlano addosso

Un bla bla bla in onda 24 ore al giorno. Tutti i giorni, da schermi grandi, medi e piccoli. Protagonista una compagnia di giro che a tutti i livelli si alterna sulle sedie degli studi televisivi. Sa di essere stata invitata come parte di un canovaccio già stabilito: destra, sinistra, centro, alto, basso, su e giù che fanno finta di litigare. Personaggi pronti a svolgere il compitino assegnato, con una coazione a ripetere frasi fatte in ogni trasmissione. Supportati da domande ad adiuvandum, rivolte da facce spesso sorridenti che si compiacciono quando vengono incensate dai potenti di turno, che le ringraziano per la fedeltà mostrata, per quei microfoni sempre aperti a registrare il loro benchè minimo ruttino.

Funziona così lo spettacolino nel nostro Paese, in tutte le realtà. Lo definiscono dibattito pubblico, gente che grida sulle altre voci, spesso interrotta mentre sta per dire, finalmente, qualcosa di concreto per chi ascolta. Zacchete ed arriva la pausa pubblicitaria: provvidenziale per le casse della tv, ma anche per i sadomasochisti che, pur sapendo ciò che è accaduto ed accadrà alla ripresa, continuano a sottoporsi alla tortura.

Si va avanti così la mattina, il pomeriggio, la sera e la notte, tra talk e approfondimenti che rimpastano, amplificandole e via via arricchendole di ulteriori significati più o meno reconditi, e di inevitabili strumentalizzazioni, le notizie già circolate. “Se mi permette, il problema è più ampio”, “Il problema è un altro...”, “Se ci fossimo noi le cose andrebbero diversamente”, le frasi più adoperate da attori che, nella stragrande maggioranza, sanno nulla o pochissimo dell'argomento in discussione. Si affannano a urlare slogan mandati a memoria, guai a bloccarne il favoloso racconto, c'è il rischio del black out da 'pappardella pappagallesca'. “Non si interrompe una emozione”, recitava un vecchio spot.

Nel caso dei 'nostri eroi' non vanno interrotti lo sconcerto e la delusione che infliggono a quanti li sentono blaterare. Sono politici e giornalisti, perlopiù, che hanno la mission di difendere i propri partiti e i propri padroni, costi quel che costi. Se dei secondi, i giornalisti, venissero illustrati, in apertura, i curriculum vitae, le relazioni ed i rapporti con il potere, allora sì che sarebbe facile ridere. Perchè si capirebbero l'ipocrisia e la doppia morale nascosti dietro quei volti corrucciati e pensosi con i quali tantissimi di loro si presentano, come conduttori ed ospiti, ad una opinione pubblica che puntano a trascinare sulle loro posizioni(!).

Una ipertrofia di comunicazione che per la qualità degli interpreti rappresenta uno dei limiti alla comprensione dei fenomeni, limitandosi solo a riempire gli spazi dell'etere. In fondo, però, cosa importa? L'importante è partecipare comunque: parlando, parlando e ancora parlando. Parlandosi addosso. Che bella questa straordinaria fiction che va in onda 24 ore al giorno. Alla quale contribuiscono anche coloro che l'osservano e ne scrivono: come il sottoscritto.