Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Vite spezzate e risposte consolatorie per le nostre coscienze

Una ventina i casi di suicidio dall'inizio dell'anno

vite spezzate e risposte consolatorie per le nostre coscienze

La più giovane delle vittime aveva 16 anni, la più anziana oltre 80. La loro tragica scelta di farla finta per sempre con la vita ha riempito, e purtroppo continua a farlo- anche oggi -, le cronache della nostra provincia. Una ventina i casi fin qui registrati nel Sannio dall'inizio dell'anno: più di uno e mezzo al mese, recitano le statistiche. Che, con la freddezza tipica dei numeri delle percentuali, non possono rendere in alcun modo il dramma di una esistenza spezzata. All'improvviso, si legge di solito negli articoli che provano a raccontare di volta in volta quanto accade.

E' il riflesso comprensibile non solo dello sconcerto e dell'assoluta non conoscenza di ciò che può aver spinto una persona a decidere un gesto tanto terribile, ma anche della nostra incapacità, quella di una comunità in tutte le sue articolazioni, di saper individuare e approfondire le situazioni di disagio. Ce ne sono tantissime, ad ogni angolo di strada, ma facciamo finta che non esistano. Ci diciamo, autoassolvendoci, che in fondo si tratta di affari personali, legati a difficoltà relazionali, economiche e patologiche rispetto alle quali il nostro sguardo – un mix di pietà e commiserazione che fa schifo – non riesce ad allungarsi.

La miopia nella quale siamo lentamente precipitati ci impedisce di vedere ciò che ci circonda oltre il nostro naso; di raccogliere le richieste di aiuto, soprattutto quelle silenziose, di chi non trova la forza, o non vuole gridare che sta male. Siamo diventati tutti più soli, anche se abbiamo una famiglia. Avremmo bisogno di una rete sociale che funzionasse davvero, in grado, al momento opportuno, di liberare chiunque dalla ragnatela nella quale può essersi infilato con i propri dubbi e le proprie paure, e dalla quale è convinto di non poter uscire più. Se non con un gesto estremo che si lascia alle spalle una scia interminabile di dolore e di interrogativi. A quel punto, però, qualsiasi risposta sarà tardiva ed inutile. E, al massimo, suonerà come consolatoria solo per le nostre coscienze.