Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

No Mahmood no polemiche: citofoni spenti, Festival... piatto

Intanto, dopo le dimissioni Mastella riflette

Vabbè, ho capito. Lo fate apposta, vi divertite a seminare zizzania solo quando vi fa comodo. Ricordate tutte le polemiche dell'anno scorso sul vincitore del festival di Sanremo? Stavolta niente di niente, al primo posto è arrivato Diodato, un italiano doc.

Nome italiano, colore della pelle che non lascia spazio ai dubbi, nessuna inquietante implicazione religiosa, o presunta tale, nel testo. Niente genitori immigrati, neanche un parente di terza generazione arrivato chissà da dove. Unico neo, ahi ahi ahi: una permanenza a Stoccolma per motivi di lavoro. Hanno anche provato a bussare al suo citofono di casa, vi risparmio la risposta in dialetto pugliese-aostano-romano.

Insomma, nulla di paragonabile con quanto si era verificato dodici mesi fa nel pieno della sbornia sovranista e populista. Quando Mahmood, figlio di madre italiana e padre egiziano, era stato bersagliato da una campagna senza precedenti. Gliene avevano cantate e dette di ogni tipo, lui aveva abbozzato con la sua inflessione lumbard. Se si eccettua qualche siparietto servito a proiettare la luce su chi non l'avrebbe mai avuta, in questa edizione tutto è filato liscio o quasi.

O tempora, o mores: che tempi, che costumi. Sono mutati tanto rapidamente? Magari fosse così: è solo mancata l'eccitazione istigata attraverso qualche dichiarazioni sui social. Non fatevi illusioni: il clima è ancora molto inquinato, servirà tantissima pazienza prima che si riesca a svelenirlo. Bonificandolo non delle legittime prese di posizione, ma della loro preoccupante deriva intollerante e razzista.

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E' trascorsa una settimana dalle dimissioni da sindaco di Benevento di Clemente Mastella, che ne ha a disposizione altre due per ripensarci. Nel frattempo, la 'geografia' della politica comunale si è arricchita di vecchi e nuovi protagonismi. A destra si 'beccano', la Lega appare indisponibile a sostenere l'ex guardasigilli in una nuova corsa per Palazzo Mosti. Tattica? Probabile, comunque da quelle parti mostrano almeno segni di vitalità. E sul versante opposto? Silenzio, al massimo qualche crepa già aperta in un muro mai apparso solido. O tempora, o mores.