Prego, mantieni le distanze. Almeno un metro, dicono gli esperti. Vanno seguite le loro indicazioni, senza tentennamenti. E' inutile che mi allunghi la mano, tanto non te la stringo, ci mancherebbe anche questo. Fai come me: alzala o stringila in un pugno: fai, insomma, come meglio ti aggrada. Come stai? Bene? Mi sembri un po' congestionato... Etci, etcì... Vedi che ho ragione: tieniti a distanza.
Ma è un banale raffreddore, peraltro sai che soffro anche di rinite allergica... Questo lo dici tu, e tu chi sei: un virologo, un epidemiologo, un infettivologo? Non ti sembra di esagerare? Non li ascolti i talk show televisivi che prima hanno seminato allarmismo e angoscia e ora hanno penosamente innestato la retromarcia e fanno finita di essere stati sempre equilibrati? Sì, ma che c'entra?
Che c'entra? Prova a metterti tu al posto mio, prova a trascorrere una giornata bombardato per 24 ore da un bollettino di guerra che snocciola cifre a gogò e giustifica le morti con quel “ma erano soprattutto anziani e affetti da altre patologie...” che tanto mi fa incazzare. Ma dai, non ci credo, no che non ci credo. Sei un uomo intelligente, non puoi cadere in trappola. Dici? Mica è semplice sentire che poiché sei in là con gli anni il tuo destino è già scontato.
Come se non fossimo un Paese nel quale, grazie al cielo, l'età media è molto alta. Lasciali perdere, non sanno ciò che dicono. E, come loro, quei politicanti che per qualche voto in più volano come sciacalli sulle ferite delle persone normali, quelle che devono lavorare, allevare i figli e fare la fila al supermercato o al Centro prenotazioni di un ospedale. Non ti convinco? E vabbè, vorrà dire che me ne farò una ragione. Serve pazienza, vedrai che passerà.
Grazie per avermi fatto visita, non ti avvicinare. Che fai, tenti di abbracciarmi? Ti prego, mantieni le distanze, almeno un metro. Papà, sono tuo figlio.
(foto da internet)
