Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Trasparenza contro caccia a streghe: il caso Villa Margherita

Il diario ai tempi del Covid-19

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Giorno 22 anno Domini 2020. La trasparenza contro la caccia alle streghe. La conoscenza come antidoto alla diffusione di notizie allarmistiche che avvelenano il clima, già pesante di suo, che siamo costretti a respirare. Un incubo dal quale crediamo di poter uscire puntando il dito in modo indiscriminato, affamati di ricerca del capro espiatorio.

Ne ha già scritto benissimo, ieri, la collega Mariateresa De Lucia in un altro servizio, per quel che mi riguarda insisto, come ho fatto giorni fa con il Rummo, nel porre qualche domanda sulla situazione che si è creata a Villa Margherita. Tiene banco in mille forme sui social, strabordanti di allusioni, commenti, scenari più o meno apocalittici, ma anche di considerazioni ispirate dal buon senso. E' vero, nessuno ha capacità predittive, magari fosse possibile intuire in anticipo ciò che il futuro ci riserverà.

Il presente, drammaticamente ancorato ad una emergenza che non sembra finire mai, urla la sua comprensibile preoccupazione per ciò che è accaduto nel centro di riabilitazione di contrada Piano Cappelle. Sabato ci siamo chiesti come sia stato possibile non nutrire un benchè minimo sospetto all'arrivo del paziente trasferito da Avellino e poi ricoverato al Rummo, giorni dopo, per problemi respiratori compatibili con il Covid-19. Un degente ritenuto la possibile fonte del contagio per operatori e sanitari.

E' stato detto che il 10 marzo, allorchè era approdato nella struttura, non presentava sintomi che potessero far ipotizzare una simile evoluzione, e che, dunque, non sarebbe stato possibile fare altro.  E' un po' quel che è capitato in molti ospedali italiani per i comportamenti adottati nelle fasi iniziali dell'epidemia, quando non si pensava che fosse tale. Villa Margherita non è però un pronto soccorso nel quale transitano persone colpite da malori improvvisi e per questo bisognose di interventi immediati.

E allora, ripetiamo, non appare incredibile aver accolto un ricoverato, peraltro originario di una zona maggiormente flagellata rispetto alla nostra, senza la prudenza che sarebbe stata indispensabile o senza una prudenza ancora maggiore di quella che sarà stata adoperata? E' stata solo sfortuna, una maledetta sfortuna? Un interrogativo ancora sospeso, resta il dato di un focolaio che rischia di creare problemi, e su questo non sembrano esserci dubbi.

Quelli che invece ancora permangono su un'altra circostanza che merita di essere chiarita fino in fondo. Mastella ha definito “stronzate” gli audio che parlano di sette, presunte morti a Villa Margherita. Stronzate, ha ribadito. Gli crediamo, niente decessi. Ma, mentre lo facciamo, sottolineiamo che una comunicazione ufficiale, anche in questo caso, sarebbe fondamentale e non guasterebbe, anzi.

E lo stesso vale anche per il destino di quella parte del personale che su disposizione della clinica non sta lavorando. Si è messa in autoisolamento con i propri familiari, attende di essere sottoposta al tampone e di capire cosa deve fare.

Già, cosa fare? Informare e ancora informare: l'unica strada lungo la quale è più semplice incrociare la collaborazione di un'opinione pubblica spaventata.