Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

De Girolamo, Mastella, le polemiche e il ballo della paura

Il diario ai tempi del Covid-19

Giorno 24 anno Domini 2020. Quando finirà questo stillicidio, la stucchevole – per chi scrive -polemica sui dati e chi li calcola meglio? Tutti possiamo sbagliare, lo facciamo ogni giorno, ma a cosa serve, in un momento di straordinaria difficoltà, puntare il dito sempre e comunque?.

Errori ne sono stati fatti e, come anticipato ieri, un'indagine servirà ad accertare se esistano eventuali responsabilità penali. Nel frattempo, al di là degli hastagh e degli striscioni, la spendiamo una parola di segno positivo anche per chi sta lavorando senza soluzione di continuità all'Asl e nelle strutture sanitarie?

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Se Nunzia De Girolamo, con il suo intervento sulla situazione emersa a Villa Margherita, puntava a richiamare l'attenzione, beh, probabilmente c'è riuscita. Adesso resta però da capire se abbia incrociato più consensi o critiche.

A registrare le prime reazioni, soprattutto dal versante politico, le seconde sembrano nettamente prevalere sulle altre. La più stizzita è arrivata dal sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che ha definito “ballerina”, pur senza citarla, l'ex parlamentare, reduce dall'esperienza a Balliamo sotto le stelle. Il primo cittadino ha rivendicato l'impegno diretto sul territorio in un momento tanto drammatico, ha richiamato il peso della responsabilità, la sua funzione di riferimento per tanti che sono in difficoltà anche sul piano psicologico, oltre che economico.

Non è stato l'unico, perchè anche altre posizioni lo hanno seguito lungo la strada di una sorta di revanscismo localistico che maldigerisce interferenze esterne, spingendosi addirittura ad ipotizzare che chi è lontano dalla nostra città, dal Sannio, per mille motivi, non abbia titolo per parlarne con toni critici.

Insomma, pare di intuire, chi è sceso o non è mai salito in questa delicatissima fase sulla barca, lasciando che fossero gli altri a remare da soli, farebbe meglio a starsene in silenzio. Non può essere così, ovviamente, perchè ciascuno è liberissimo di dire la propria, anche se ci disturba.

Nel suo quotidiano contatto diretto con i cittadini, Mastella ha anche usato un'altra espressione: “nani e ballerine”. Quando lo ha fatto, ha precipitato tutti in una dimensione diversa, in un passato ormai lontano decine di anni fa. Era stato negli anni Ottanta Rino Formica, esponente di rilievo del Partito socialista italiano, ad adoperare quella locuzione per bollare l'ambiente umano e politico della dirigenza del Psi.

Era un riferimento, diventato proverbiale, al clima particolare di quel periodo, interrotto dall'inchiesta denominata Tangentopoli, che avrebbe spazzato via un'intera classe dirigente, caduta sotto i colpi dell'iniziativa – discutibile, secondo molti – della magistratura milanese e non solo. La Democrazia cristiana, nella quale Mastella era cresciuto al fianco di De Mita, si sciolse.

E lui, da quel momento, iniziò la sua peregrinazione alla ricerca di una ulteriore forma partitica che desse voce ai suoi elettori: Ccd, Cdr, Udr, Udeur, Popolari per il Sud, Udeur 2.0. Sigle che in qualche modo evocano un dinamismo ritmico al quale è stata di volta in volta legittimamente adeguata l'attività politica.

Proprio come un ballo. Stramaledetto virus, quando smetterai di suonare la tua musica di morte che ci fa ballare per la paura e l'angoscia?