Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Dateci i colpevoli, subito. Con qualcuno dobbiamo pur sfogarci

Il diario ai tempi del Covid-19

dateci i colpevoli subito con qualcuno dobbiamo pur sfogarci

Giorno 41 anno Domini 2020. “Abbiamo troppa gente che parla di cose che non sono state validate scientificamente”, ha detto il dottore Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale malattie infettive dello Spallanzani di Roma, rispondendo ad una domanda, posta nel corso della trasmissione televisiva Agorà su Rai3, sull'ipotesi, rilanciata dagli Stati Uniti, dell'origine della pandemia di coronavirus nel laboratorio cinese di Wuhan. “Ma non possiamo neanche escluderle”, gli ha risposto un'altra persona in collegamento.

Sullo sfondo, manco a dirlo, quella tendenza conosciuta con il nome di complottismo, pronta a trovare ombre anche dove non ci sono mai state e mai ce ne saranno. Gli esempi sono tantissimi, negli anni sono arrivati da mille fronti, non c'è praticamente settore che non sia stato investito da quell'onda che spunta puntualmente. Perchè c'è sempre qualcuno che ne sa più degli altri, che ha accesso a fonti e dati sconosciuti alla stragrande maggioranza delle persone normali.

Il problema è che il complottismo è uno dei 'filoni' sui quali sono state costruite carriere politiche, che hanno consentito di scrivere e vendere libri, di essere invitati a discettare dello scibile umano secondo una visuale che parte dell'assunto che c'è sempre qualcosa di sporco, misterioso, inimmaginabile e losco dietro ogni evento che riguardi l'umanità.

Si tratta di personaggi che salgono in cattedra senza averne titolo, armati di una presunzione fondata sul nulla che utilizzano per accrescere la loro visibilità e minare alla base la credibilità degli altri, farla a pezzi con l'accusa di essere al “soldo dei poteri forti”. Soros, Bilderberg? E servizi segreti, scie chimiche, interessi delle multinazionali farmaceutiche, massoneria e via di questo passo, fino alle forme più estreme ed inquietanti di razzismo ed antisemitismo.

Qualche giorno fa Linkiesta, che consulto con una discreta frequenza perchè esprime un punto di vista non accodato alle greggi del populismo, ha ricordato in un articolo la psichiatra Nicoletta Gosio, autrice di un libro nel quale viene sottolineato che «è nelle nostre relazioni quotidiane che in un clima sempre più offuscato dalla facile offesa e da una fin troppo facile propensione all’accusa, l’inasprirsi dei toni, il ribollire di tensioni e animosità vanno di pari passo col subdolo diffondersi della tendenza ad attribuire sempre a qualcun altro, o più genericamente a fattori esterni, la causa dei propri malumori, fallimenti, sventure o sofferenze, facendone il bersaglio di collere, passeggere o persistenti».

Affermazioni condivisibili, ormai siamo abituati a dare la colpa sempre agli altri, a crearci un nemico sul quale scaricare, di volta in volta, la nostra incapacità di capire, molto spesso, ciò che non vogliamo capire, e ad accettare la realtà per come è. Ci fa comodo così, ecco perchè siamo pronti ad avvalorare qualsiasi tesi indimostrabile, qualsiasi argomentazione che faccia da valvola di sfogo alla nostra rabbia.

Un approdo per le nostre insicurezze, moltiplicate all'ennesima potenza, adesso, da una pandemia che ci fa paura, per la quale siamo disperatamente a caccia dei colpevoli. Benvenuti coloro ce li offrono su un piatto d'argento, consci che non aspettiamo altro.