Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Dal lockdown al countdown, ma io mi sento stranito

Il diario ai tempi del Covid-19

Viva il 25 aprile, viva la Festa della Liberazione. Viva la libertà.

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Giorno 48 anno Domini 2020. Il conto alla rovescia è iniziato, almeno così dicono. Dal lockdown al countdown, a sentire le tanti voci che si affollano. Il 4 maggio è la nuova frontiera: ci permetterà, se sarà confermata e non si tradurrà nell'ennesima incertezza, di allentare le maglie del regime che abbiamo dovuto sopportare dal 9 marzo.

Dovrei essere contento ed invece mi sento un po' stranito dalla novità in arrivo. Non so se sia così per tutti, probabilmente no. Non che non mi manchino la possibilità di muovermi senza il timore di beccare una multa perchè magari la motivazione dell'uscita non è ritenuta credibile, o l'incontro con gli amici di sempre, o il ritorno, in una data che sarà comunque successiva, nei luoghi che frequento da sempre per il mio lavoro.

Ho nostalgia di tutto e non vedo l'ora di riappropriami finalmente dei vecchi ritmi, ma ciò non allevia il disorientamento che provo. Perchè so, perchè tutti sappiamo, che non sarà come prima per molti mesi. E' vero, metteremo il naso al di fuori delle 'celle' più o meno ampie che il Covid-19 ha creato, ma dovremo farlo con una prudenza enorme.

Ce lo ripetono in tutte le salse, anche quelle meno gustose. Indosseremo mascherine e guanti, continueremo a restare distanti per evitare il rischio di essere contagiati o di contagiare. Perchè è ormai chiaro che i numeri dell'epidemia, anche nella nostra provincia, non riflettono quasi certamente quelli dei tanti che sono entrati in contatto con un virus che stiamo stramaledicendo in tutte le lingue, senza accusare sintomi o al massimo di lievi, diventando, però, portatori.

Un'insidia con la quale chissà tra quanto tempo potremo regolare definitivamente i conti, che nel frattempo ci tiene in ansia e sul chi va là. Una preoccupazione che farà crescere la nostra diffidenza, che ci renderà ancora più sospettosi nei confronti degli altri con i quali interagiremo.

Dovremo ancora a lungo rinunciare a quei pranzi in famiglia che tanto ci piacevano, agli abbracci e ai baci ai nonni ed ai familiari, alle feste ed alle cene con gli amici. Meglio: potremo anche concederceli, i momenti conviviali, consci però che non potremo avvicinarci troppo perchè sarebbe un guaio. Insomma, retrocederemo ad un simulacro delle nostre esistenze, private di quella libertà che in tante occasioni abbiamo scioccamente disprezzato.

Ecco perchè mi sento stranito e confuso. Ma anche molto fortunato, perchè posso ancora raccontare il mio stato d'animo, perchè ho solo partecipato emotivamente al dolore e, grazie al cielo, non l'ho dovuto vivere come la moltitudine di coloro che hanno perso gli affetti più cari.

Ci sono, ci siamo: eccoci qui, un po' confusi sì, ma più o meno allenati alla battaglia e con la speranza che vada tutto bene. Nel frattempo, sarà il caso di spezzarle quelle catene della paura che ci hanno fin qui tenuti legati. Non abbiamo alternative.