Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Tremila battute: ci siamo fatti compagnia per 56 giorni

Si chiude il diario ai tempi del Covid-19

tremila battute ci siamo fatti compagnia per 56 giorni

Giorno 56 anno Domini 2020. L'ultima pagina di un diario che non avrei mai voluto iniziare. Cinquantasei pagine che conserverò per sempre, alle quali ho affidato il tentativo di raccontare l'uragano che si è abbattuto sulle nostre vite. All'improvviso. Ci ha sorpresi e spiazzati, ci ha trovati completamente impreparati.

Credevamo di essere imbattibili o quasi, ci siamo accorti di essere fragili come non mai. Ci sono venute alla mente le parole dei nostri nonni che avevano conosciuto l'orrore della guerra: sono diventate estremamente attuali, ci hanno messo spalle al muro, costringendoci a reinventare i nostri atteggiamenti.

Paura, dolore, angoscia, preoccupazione, rabbia: l'abbiamo provata tutta, e purtroppo non si è esaurita, la gamma dei sentimenti. Oscillando tra le immagini sconvolgenti delle migliaia e migliaia di bare, il timore di essere direttamente investiti e travolti dalla tragedia, la speranza di poter finalmente vedere un lampo di luce nel buio di uno spaventoso bilancio di morte. E' stato tutto maledettamente complicato, aggravato dalla non conoscenza di un nemico nuovo e per questo molto insidioso.

Eravamo convinti che la scienza c'avrebbe tratto d'impaccio senza problemi, ma non poteva essere così. Quante ne abbiamo ascoltate in questi due mesi in cui le nostre abitazioni sono diventate l'unico baricentro dell'agire, il teatro di una rappresentazione prima improvvisata e poi sempre più codificata. Scandita da ritmi diventati lenti e monotoni in mancanza di alternative.

Non ce n'erano, dovevamo restare barricati e basta per evitare il rischio del contagio. L'ansia e l'insofferenza sono progressivamente aumentate, ma era inevitabile. Sono trascorsi cinquantasei giorni, è inutile rintracciare un filo di coerenza in ciò che ho scritto. Non può esserci quando descrivi un susseguirsi di stati d'animo, quando ti arriva addosso una marea di informazioni. Pensi che siano quelle giuste e corrette, scopri invece che la risacca del giorno dopo se l'è portate via perchè sballate, lasciando spazio ad una nuova ondata.

Via così, tra illusioni e docce gelate: un'alternanza fiaccante per il morale, che ha ingenerato dubbi a iosa e messo in crisi i nostri schemi. Li avevamo ancorati alle molte o poche certezze di ciascuno di noi, ora dobbiamo reimpostarli nel segno di una diversità comportamentale assolutamente fondamentale. Ci hanno obbligati a stare lontani gli uni dagli altri, dovremo continuare a farlo anche se con una libertà di movimento un po' più ampia.

Il diario mi è servito a questo, mi ha permesso di restare in contatto attraverso tremila e passa battute quotidiane in cui ho riversato anche ricordi e momenti intimi ai quali mai avrei immaginato di ricorrere, talvolta condendoli con un tratto di ironia. Con la nostalgia, la malinconia.

Le rileggerò queste cinquantasei pagine con le quali - azzardo- ci siamo fatti compagnia, ma più in là. A mente fredda, si suol dire in questi casi. Ora no, perchè il cuore batte forte mentre non so ciò che mi attende. Buona fortuna a tutti.