Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Il carcere, le polemiche in tv: benvenuti in Italia

Che fine ha fatto la separazione dei poteri?

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In quanti Paesi è possibile uno scontro telefonico in tv tra un ministro ed un magistrato, tra un rappresentante del potere esecutivo ed uno di quello giudiziario? In Italia certamente. E' andato in scena nella tarda serata di ieri durante la trasmissione di La7 condotta da Massimo Giletti, mentre gli animi si erano surriscaldati per il caso di Pasquale Zagaria, dal 41 bis ai domiciliari, fino a settembre, perchè gravemente malato.

Una vicenda che ha fatto scalpore per il rimpallo di responsabilità tra il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed il Tribunale di sorveglianza di Sassari. Il colpo di scena è arrivato all'improvviso, restituito dalla telefonata del pm antimafia e componente del Csm, Nino Di Matteo, che ha ricordato di essere stato invitato nel giugno 2018 dal titolare del dicastero di va Arenula, Alfonso Bonafede, a scegliere tra la carica di direttore del Dap o del Dipartimento degli affari penali. Di Matteo ha spiegato di aver ricevuto una telefonata e di essere andato a Roma il giorno dopo per accettare il primo incarico, ma di aver incrociato, a sorpresa, il dietrofront di Bonafede, che lo aveva invitato a ricoprire la seconda funzione.

Il magistrato ha anche sottolineato il contenuto di alcune intercettazioni in carcere nel corso delle quali alcuni detenuti si sarebbero mostrati preoccupati per la soluzione che lo avrebbe visto al vertice dell'amministrazione penitenziaria. Parole che hanno lasciato di stucco gli ospiti presenti in studio, tra i quali l'ex guardasigilli Claudio Martelli, alle quali sono seguite, dopo alcuni minuti, quelle dello stesso Bonafede, che ha offerto la sua versione senza però riferire i motivi che l'avrebbero ispirata. All'epoca, infatti, aveva nominato come capo delle carceri il dirigente che qualche giorno fa si è dimesso per la storia di Zagaria.

Fin qui la ricostruzione di ciò che è rimbalzato attraverso gli schermi all'attenzione dell'opinione pubblica: un episodio che dovrebbe riproporre il tema della separazione tra i poteri dello Stato. Ma non servirebbe in un Paese come l'Italia, devastato da anni di populismo giustizialista. Ah, dimenticavo: nelle carceri ci sono 60mila detenuti, solo 1000 al regime del 41 bis. Che dite: ci occupiamo o no di tutti e delle condizoni in cui vivono?