Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

La panza o la vita. Sbuffate, sputate e sudate in campagna

Una questione di rispetto e sicurezza

la panza o la vita sbuffate sputate e sudate in campagna

O la panza o la vita, verrebbe da dire. Quelle ampie estroflessioni addominali – parlo per esperienza personale -, quelle magnifiche maniglie sui fianchi che a tutto rimandano tranne che all'amore, sono il segno dell'immobilismo forzato al quale siamo stati costretti per due mesi e delle pessime abitudini alimentari che abbiamo coltivato, anche per compensare l'ansia e la preoccupazione.

Giusto, dunque, che alla ripresa parziale delle nostre vite, siano in tanti ad impegnarsi per smaltire l'eccesso adiposo e ritrovare un minimo di forma fisica. Li ho rivisti in giro, al pari di coloro che da sempre si dedicano al jogging. Ognuno fa quello che gli pare. Tralascio l'abbigliamento, in molti casi discutibile, ripenso a quell'espressione ironica (“cinghialoni”) adoperata dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e mi dico che ha ampiamente ragione.

Non è un bello spettacolo, quello che va in scena, ma la libertà è magnifica e consente a chiunque di impiparsene del giudizio altrui e tirare dritto con le sue magliette aderenti che fanno orrore, quelle strisce piazzate su capelli di cui non c'è oramai quasi più traccia, quei pantaloncini indossati senza guardarsi neanche un attimo allo specchio prima di uscire. Tutto normale, ci mancherebbe.

Il problema è che tanti di questi signori che all'improvviso hanno iniziato a sognare di poter diventare maratoneti, novelli Abele Bikila che battono ogni record, ce li ritroviamo lungo strade solitamente frequentate – viale Mellusi, via Meomartini, via Nenni – da cittadini che se ne vanno in giro per le più disparate esigenze.

Quelle panze ballano con coloro che se le trascinano dietro, nella speranza di poterle finalmente abbattere. Mentre lo fanno senza la mascherina, che non è obbligatorio portare quando si corre, sbuffano a più non possono, ansimano come locomotive, sputano come cammelli e sudano come maiali.

Rilasciando nell'ambiente, dunque, goccioline di ogni tipo che potrebbero creare problemi, magari, all'incrocio con qualche malcapitato che mette piede al di fuori di un portone o passeggia tranquillamente per i fatti suoi. E allora, è possibile, cortesemente, invitare i 'nostri eroi' con la fissa del cronometro a scegliere, per le loro scorribande, percorsi più defilati, magari in zone di campagna o più periferiche di quelle centrali, dove lasciare i loro effluvi?

E' una questione di rispetto e di sicurezza. La panza o la vita? La vita.