Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Massì, aboliamo la movida e chiudiamoli in un recinto

Un goccio d'alcol mi ha tirato un maledetto scherzo

massi aboliamo la movida e chiudiamoli in un recinto

Forse è stata colpa di quel pezzo di pizza: l'ho divorato con una voracità da privazione dietetica e mi è rimasto sullo stomaco. Provvedo io, mi ha detto un amico, offrendomi un liquore. Assaggialo, è davvero buono, ha aggiunto. Gli ho creduto: ho afferrato il bicchierino e l'ho svuotato in un istante. Mi sono sentito come uno di quegli avventori che nei film entrano in un bar, ordinano un doppio whisky et voilà...dammene un altro.

Il problema è che io non bevo abitualmente: non reggo l'alcol, che mi intorpidisce quasi immediatamente. Una sensazione piacevole, mi sono apparse immagini sconosciute. Ero nel centro storico, non c'era nessuno. Niente caos, niente folle vocianti, niente musica fracassona. Diamine, allora ci sono riusciti. Ce l'hanno fatta, finalmente, a bloccare la movida. Sono davvero forti, caspiterina, se hanno 'stoppato' un fenomeno dinamico che nessuno può arrestare.

Evidentemente hanno funzionato la liturgia delle riunioni del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, le ordinanze adottate, le proteste di chi abitava in quella zona e la voleva tutta per sé, anche nel fine settimana, quando piazze e vicoli si animavano, grazie al cielo. Aree che ricordavo non potessero essere 'privatizzate', nelle quali era ovviamente giusto e del tutto normale pretendere il rispetto delle regole. Che, sia chiaro, non valevano solo il sabato sera e per quanti sciamavano da quelle parti, ma tutti i giorni e per tutti i cittadini.

A nessuno faceva piacere scoprire che dinanzi alla sua abitazione qualcuno aveva vomitato o aveva lasciato rifiuti di ogni tipo, o provare a riposare mentre fuori impazzava il rumore; nessuno godeva nel sapere che lo spaccio di stupefacenti non conosce crisi perchè la domanda è sempre alta ed incrocia perfettamente l'offerta, o nel trovare la propria macchina vandalizzata o bagnata dalla pipì dei cagnolini che i signori portano a passeggio. E che dire, poi, di quei simpatici mucchietti di monnezza che qua e là spuntavano come funghi?

Casi di maleducazione, inciviltà, teppismo, delinquenza, contro i quali la risposta non poteva essere soltanto repressiva o sanzionatoria. Se la scelta politica era stata quella di rivitalizzare il cuore della nostra città favorendo l'insediamento di attività commerciali che comprensibilmente lottavano per tirare avanti e non abbassare la serranda – eventualità sempre più concreta visto il disastro di questi mesi-, c'era il problema di conciliare le esigenze dei residenti, gli sforzi di chi aveva intrapreso e la voglia dei più giovani di incontrarsi e fare casino. 

Certo che era indispensabile controllare, ma bisognava farlo sempre e ovunque. Vero: in questa fase, oltremodo delicata, preoccupavano gli assembramenti e il mancato uso delle mascherine, ma davvero credevamo che quelle scene si verificassero esclusivamente tra piazza Risorgimento, piazza Vari e via dicendo?

Ecco, d'incanto, la soluzione magica: hanno deportato in aperta campagna, chiudendoli in un recinto e approvvigionandoli di quanto necessitano, quei birbaccioni che si ostinavano ad incontrarsi nei punti di maggiore ritrovo. Insomma, movida abolita e polemiche sedate, e cosa vuoi che importi il resto

Mi sono ripreso, ho riacquistato un barlume di lucidità e ho riso a crepapelle.