Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Una città con tantissime primedonne senza classe

Un tratto distintivo di Benevento

una citta con tantissime primedonne senza classe

E' un tratto distintivo di tante città di provincia, quelle in cui ci si conosce un po' tutti, e in cui tutti credono di sapere, o sanno, un po' di tutti. Un fenomeno che non risparmia Benevento che, a differenza di altre realtà, sa peraltro distinguersi particolarmente nel mostrare una determinata caratteristica: l'avversione, meglio ancora il continuo tentativo di denigrare chiunque si azzardi ad intraprendere, ad avviare una qualsiasi attività, a proporre un'idea.

Gelosia, invidia? Entrambe, probabilmente: due sentimenti aggravati, però, dall'allusione cattiva, dal ricorso ad ogni forma di dietrologia sufficiente comunque a minare, sperando di farlo, l'immagine di chi in quel momento ci sta sulle scatole. Perchè ci appare presuntuoso, troppo bravo e sicuro, perchè è quello che avremmo voluto essere, magari perchè ha una macchina costosa che non può che essere di dubbia provenienza, perchè è amico di tizio che l'ha favorito. Gli spifferi sui marciapiedi vengono alimentati senza sosta, tanto si sa che la calunnia è un venticello...

Il problema di fondo è che la nostra città conta tantissime primedonne che si reputano tali, molto spesso senza un briciolo di classe. I social lo testimoniano, sono il palcoscenico sul quale si esibiscono senza pietà perchè offrono una visibilità enorme. C'è sempre qualcuno pronto a 'rilanciare', a dimostrare agli altri che sanno poco o nulla, ad esempio, in materia di abbigliamento, calcio, alimentazione, cinema, teatro e via dicendo. Vengono postati una foto ed un commento su un qualsiasi prodotto definito buonissimo?

Apriti cielo, arriva, puntuale come una bolletta, il cosiddetto esperto che sostiene di aver viaggiato in lungo ed in largo e di avere, per questo, una visione internazionale della vita e dei suoi piaceri. Tempo qualche minuto ed ecco che piazza la botta, contenuta nell'indicazione 'giusta', quella a prova di bomba, fornita dall'alto di nozioni considerate esclusive o quasi, e comunque espressa con quel sapore amarognolo tipico della supponenza, di un'altissima considerazione di se stessi, dei propri gusti e delle proprie inclinazioni.

Vi risparmio le fasi successive, soprattutto se spunta un tizio che osa contraddire il 'pensiero' e, a sua volta, va oltre. Sono gli effetti di una mentalità da presunti primi della classe che si riflette anche sull'esistenza di una comunità, con l'assenza di uno spirito di gruppo che sarebbe importantissimo per riflettere, e cercare soluzioni, sullo sviluppo, sulle cose da fare.

Speranza vana: con le dovute eccezioni, il panorama è inflazionato da rivendicazioni personalistiche (“L'avevo già detto io, nulla è stato inventato...”), dal tentativo di affermare a tutti i costi il proprio orientamento, dalla mancanza di una dose di umiltà che farebbe tanto bene a tutti. Siamo solo un piccolo condominio con la sua assemblea tempestosa in cui ognuno alza la voce per buttare giù dal piedistallo chiunque vi sia salito, diventando insopportabile ai nostri occhi. Perchè, sia chiaro, “nisciun' è meglio e me”.