Le nostre montagne bruciano e non possiamo fare niente

Il grido d'aiuto del sindaco di Roscigno

Guardiamo il fuoco mangiare i nostri boschi e spegnersi da solo

Roscigno.  

“Il nostro territorio è devastato dalle fiamme, Roscigno, Sacco, Atena Lucana, Teggiano, è un bollettino di guerra” a lanciare l'allarme è il sindaco di Roscigno Pino Palmieri, già presidente della comunità montana degli Alburni.

“Le fiamme bruciano e noi non possiamo fare niente se non stare a guardare il fuoco che si spegne”. Un grido d'aiuto che è rimasto inascoltato per mesi e ora se ne vedono le amare conseguenze.

“La politica promette – continua Palmieri - intanto i paesi soffrono, siamo in abbandono totale”. I piccoli comuni dell'entroterra della provincia di Salerno sono in balia degli incendi, quasi tutti di origine dolosa, che si propagano senza sosta.

“Sono stato con i forestali sul luogo di un incendio due giorni fa – racconta Palmieri – abbiamo dato l'allerta alle 12, la squadra antincendio è arrivata alle 15.30, quando il fuoco era ormai partito, i dos per organizzare i soccorsi alle 18. E' stato così chiesto l'intervento aereo da Napoli ma non c'era disponibilità, così abbiamo dovuto aspettare che il fuoco si spegnesse da solo, restando a guardare.

Siamo tutti preoccupati, avevamo richiesto partissero dei piani antincendio prima dell'estate”. Ritardi, disorganizzazione, il sindaco di Roscigno dice di aver scritto al prefetto di Salerno Salvatore Malfi che ha chiesto a tutti i sindaci di organizzare dei piani antincendio.

“Al prefetto ho detto che ho una popolazione per la maggior parte composta da ultra 65enni, non abbiamo risorse economiche e abbiamo la viabilità chiusa dalla provincia. Siamo abbandonati a noi stessi”. E le risorse se ci sono sono inutilizzate.

“Nel nostro comune abbiamo dei mezzi antincendio fermi, tra questi un modulo antincendio da 300mila euro in garage da 4 anni, non abbiamo il personale qualificato per utilizzarlo.

Ho chiamato in Regione – precisa Palmieri – per darlo in disponibilità ma nessuno mi ha contattato. Stanno rubando il futuro ai nostri figli e ci lasciano così a guardare”.  

Sara Botte