Sanità, rivoluzione di De Luca: 4mila posti e meno burocrazia

L'annuncio del Governatore che annuncia il nuovo piano ospedaliero. Ma restano tanti problemi

Disponibili 180 milioni per l'edilizia sanitaria. Meno burocrazia per aprire studi medici. Bisogna migliorare i livelli di assistenza

di Luciano Trapanese

E' la sfida simbolo per De Luca alla Regione. Quella – che insieme ai lavori per le infrastrutture previsti nel Patto per la Campania -, potrebbe fornire un giudizio definitivo sulla qualità e l'incisività del suo mandato a Palazzo Santa Lucia. Parliamo naturalmente della sanità. Uno dei grandi malati della regione. Un buco nero di inefficienze, sprechi e ritardi dentro il quale nuotano – miracolosamente – anche proverbiali eccellenze.

Dopo gli anni del commissariamento, ora il Governatore annuncia la svolta. E lo fa con i suoi abituali toni enfatici: «Abbiamo assunto decisioni che rappresentano una rivoluzione nella sanità campana». Tutto da verificare ora, se davvero rivoluzione fa rima con soluzione.

I problemi sono tanti. Intricati. E pesano sulle spalle di milioni di campani alle prese con livelli di assistenza ben al di sotto di un paese civile.

De Luca ha presentato alla stampa il nuovo piano ospedaliero. E promesso l'assunzione di 4mila nuovi addetti.

Ma non solo. E' stato anche firmato un accordo con il ministero della Sanità. Prevede lo stanziamento di 180 milioni di euro per la spesso disastrata edilizia sanitaria. «Quei fondi – ha precisato De Luca – non venivano spesi da diciotto anni».

Le nuove direttive regionali prevedono anche novità con le cliniche accreditate (altro nodo rilevante della sanità campana): «Saranno stipulati accordi biennali».

E' stata poi adottata «una procedura più snella per consentire l'apertura di nuovi studi medici e dentistici senza la palude burocratica».

Il governatore non ha dubbi. «Questa è una svota radicale». Poi cita uno dei punti davvero neri per descrivere la situazione sanitaria della regione: i Lea, i livelli di assistenza (tra i più bassi in Italia). «Possiamo concentrarci sul miglioramento. E ci sono già dei risultati eccezionali per quanto riguarda i parti cesarei, che si sono ridotti dal 48 al 36 per cento».

Il Governatore poi passa all'occupazione. «In dieci anni sono state perse 13mila unità lavorative. Ne assumeremo 4mila, mantenendoci quindi all'interno di una soglia di sicurezza».

«Undici anni fa – continua De Luca – la Regione aveva sette miliardi di debiti. Questo non accadrà mai più. Manterremo un controllo ossessivo sui conti».

Difficile dire se queste “intenzioni” siano o meno una rivoluzione. Resta il nodo della rete di assistenza nei territori interni e dove sono state smantellate strutture ospedaliere e dove poco o nulla è stato realizzato per garantire cure e pronto intervento per i pazienti. Il caso sempre più esteso dell'emigrazione sanitaria: con migliaia di campani che scelgono di farsi curare altrove, con evidenti danni economici per la sanità campana. Le carenze nell'assistenza domiciliare, gli interminabili tempi di attesa per una visita o un esame medico. Insomma: una lista lunga e complessa. Problemi accumulati negli anni. Provocati soprattutto da scelte politiche scellerate e da una gestione spesso allegra. Sarebbe già tanto risolvere alcuni di questi problemi. Forse per le rivoluzioni si può anche attendere...