Carriero: "Incapaci di capire, il giornale lo hanno ammazzato"

Il direttore amministrativo de La Città di Salerno rompe il silenzio e racconta la sua verità

Salerno.  

Giuseppe Carriero, direttore amministrativo de La Città di Salerno, attualmente liquidatore, non usa mezzi termini per descrivere come si sia giunti alla decisione di porre in liquidazione la società editrice: “Il giornale ce lo hanno ammazzato, per la loro incapacità a voler comprendere che i soldi non crescono sugli alberi e il confronto con i numeri va fatto. Inevitabile da parte dell’amministratore delegato rassegnare le dimissioni e di tutti i componenti la società decidere di interrompere le pubblicazioni: dieci giorni di sciopero hanno azzerato quanto di buono era stato fatto nel corso di anni e anni di lavoro”.

 

La crisi del quotidiano salernitano (primo per vendite dopo aver relegato Il Mattino a ruolo di comparsa nelle edicole) viene da lontano, da quando il gruppo L’Espresso ha deciso di svincolarsi dal progetto.

“Quando abbiamo rilevato la testata la società viaggiava con un milione e mezzo di euro di perdite all’anno. Numeri da capogiro, rispetto ai quali il 70 per cento derivava da costi produttivi extra giornale. Li abbiamo limati fin dove abbiamo potuto, poi, lo scorso anno, abbiamo chiesto di applicare i contratti di solidarietà al 50 per cento, solo in quel modo avremmo messo in pari i conti”.

Ma la richiesta non è andata in porto?

“Il comitato di redazione e il sindacato dei giornalisti riguardo questa trattativa hanno fatto muro, organizzando scioperi e costringendo la società ad accordarsi su un 30 per cento, che con le malattie e le ferie, alla resa pratica dei numeri, si è ridotto al 15 per cento effettivo. Ricevuto un altro secco diniego alla richiesta di contratti di solidarietà al 50 per cento, la decisione sui licenziamenti per il giornale era ed è questione di vita o di morte. Ma i giornalisti non ne hanno voluto sapere e i giorni di sciopero organizzati, cinque più altri cinque, hanno messo in ginocchio l’azienda. Lei non ha idea di quanti inserzionisti abbiamo perso perché il giornale non è stato in edicola. Venuto meno lo scopo sociale, ovvero editare il quotidiano, l’amministratore Alessandro Amato non aveva altre strade se non dimettersi dall’incarico”.

Sì, ma adesso i margini per riprendere una trattativa ci sono, vero?

“Una trattativa seria e rigorosa sì, per altro assolutamente no. Pro bono pacis abbiamo fatto rientrare i quattro licenziamenti, perché abbiamo attivato tutte le procedure previste per la liquidazione della società, quindi ammortizzatori sociali per tutti i dipendenti. I giornalisti hanno pochi giorni per assumere una decisione. Lo sbilancio di esercizio al 2018, suppur non consolidato, si aggira sui 750mila euro. Noi siamo disponibili a una trattativa seria, duratura e che metta in sicurezza i conti, quindi il giornale. Se loro non vorranno capire, c’è altrettanta determinazione a liquidare tutto”.