Rosario contro offese del Pride: presidente Arcigay Salerno querela Ferrentino

"Parole di offesa e diffamazione nei confronti della nostra organizzazione e del presidente Napoli"

rosario contro offese del pride presidente arcigay salerno querela ferrentino
Salerno.  

Un rosario per riparare alle offese contro le immagini sacre al Pride, si riaccendono i riflettori sulla vicenda. Il presidente dell'Arcigay di Salerno, Francesco Napoli, facendo seguito a quanto accaduto alcune settimane fa e "avendo valutato attentamente la vicenda", ha provveduto nei giorni scorsi a presentare formale querela contro l'avvocato Raffaella Ferrentino, ex vicesindaco di Nocera e ideatrice dell'iniziativa. 

All'invito alla "preghiera", il comitato territoriale salernitano "rispondeva con garbo riaffermando l’urgenza di linguaggi inclusivi e sostenendo come queste modalità potessero generare un sentimento di stigma e discriminazione nei confronti delle persone lgbtqia+ oltre a ledere, a nostro giudizio innanzitutto la sensibilità delle persone di fede che credono nell’amore cristiano e nei principi evangelici dell’accoglienza e del rispetto per l’altro", scrivono i rappresentanti del gruppo.

"A questa nostra comunicazione, l’Avv. Ferrentino rispondeva, in più e reiterate occasioni, nella prima delle quali vi erano riportate inequivocabili parole di offesa e diffamazione nei confronti della nostra organizzazione e del Presidente Napoli tra cui, si cita testualmente: “I bigotti sono i referenti di queste associazioni che poi sui social, con profili fake, ti offendono dicendo di tutto. Il presidente Napoli prenda posizione su questo. La sua persona, per quanto mi riguarda, è lontanissima dal concetto di legalità. E non solo per come intende l'associazionismo”, l'attacco. 

Queste le parole del Presidente Francesco Napoli in merito all’accaduto e sulle successive determinazioni.:

“Dopo alcune settimane di riflessione, ed avendo superato il momento del Salerno Pride, sono pervenuto in accodo con i miei legali, alla decisione di sporgere formale querela nei confronti dell’Avv. Ferrentino a seguito delle sue dichiarazioni comparse su numerose testate locali, regionali e nazionali; dichiarazioni che abbiamo ritenuto fortemente diffamatorie della mia persona e dei contesti professionali ed associativi che rappresento.

Ritengo che sia un atto dovuto sotto molti aspetti. Innanzitutto a tutela della mia persona, della mia professionalità, dei valori che da sempre contraddistinguono il mio operato, primo su tutti quello della legalità. In secondo luogo ho ritenuto indispensabili questo atto al fine di tutelare e rassicurare la mia famiglia e le comunità di persone che a me si affidano consegnandomi responsabilità di rilievo locale e regionale e che non possono e non devono essere turbate da parole francamente offensive ed infamanti, che lasciano subdolamente intendere fatti, circostanze e comportamenti a cui sono totalmente estraneo. Un atto dovuto, quello di ricorrere alle vie legali, anche per testimoniare e ribadire il coraggio di stabilire limiti e confini del dibattito pubblico. Mentre ritengo indispensabile il confronto, talvolta anche aspro, nessuna ragione può indurre nessuno ad offendere o diffamare chi la pensa diversamente.

Sento io per primo l’urgenza di testimoniare che si può denunciare quando ci si sente lesi nei propri diritti e nella propria dignità. Da decenni invito le vittime di violenza, offese e discriminazioni, ad affidarsi alla giustizia e a denunciare, non sarò io a tirarmi indietro. Sono state settimane entusiasmanti per il successo del Salerno Pride, ma anche dolorose nel dover discernere ed affrontare questa brutta vicenda dalla quale tuttavia dobbiamo cogliere l’opportunità di ribadire che esistono e devono esistere limiti del vivere in comunità e stabilire che ci sono cose che non si fanno e non si dicono.

Così come credo si debba cogliere questa occasione per ribadire la responsabilità dei mezzi di comunicazione nell’uso del linguaggio e nel veicolare dichiarazioni pubbliche lesive della dignità di altri. Linguaggi inclusivi, maggiore attenzione a ciò che si veicola ed allo spazio che si offre di visibilità a dichiarazioni poco rispettose, credo siano questioni che attengono alla professionalità di chi svolge una funzione fondamentale in democrazia che è quella della libera informazione. Dunque un atto dovuto innanzitutto a titolo personale, ma sostanziato anche da questioni politiche ed etiche.

Un atto che diventa anche un invito ed una testimonianza di vita rivolta a chiunque si senta vittima di violenza, abuso, discriminazione, offesa: si può e si deve denunciare, si può e si deve riaffermare la propria dignità, la propria autodeterminazione ed i valori in cui si crede. Confido fiducioso nella magistratura e nel percorso giudiziario che vedrà certamente prevalere i principi di legalità e rispetto delle e tra le persone”.