Carceri salernitane, Feneal Uil: la vergogna che non possiamo più ignorare

"Servono cantieri, non parole"

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Salerno.  

"A fronte di una città che negli ultimi anni ha saputo trasformarsi grazie a opere pubbliche, architettura contemporanea e spazi urbani riqualificati, permane un’ombra che vanifica ogni proclama di modernità: le carceri salernitane. Il caso del carcere di Fuorni è emblematico. Una recente visita di una delegazione di avvocati penalisti ha documentato condizioni di sovraffollamento estremo: sei detenuti in una cella, appena tre docce per sessanta persone, una capienza regolamentare di 390 posti e una presenza effettiva di circa 600 detenuti.

Uno scarto che sfiora l’80 % e che rende impossibile garantire dignità, sicurezza e percorsi rieducativi reali. A queste condizioni si aggiungono problemi strutturali evidenti: edifici fatiscenti, carenza di personale e criticità igienico-sanitarie. Le misure adottate finora non risolvono un’emergenza che resta strutturale, mentre il rischio suicidio continua ad aumentare: dall’inizio dell’anno sono già oltre 55 i detenuti che si sono tolti la vita".

La denuncia

La FENEAL UIL Salerno, attraverso la voce di Patrizia Spinelli, lancia un appello urgente. «Non possiamo continuare con rattoppi temporanei: serve un piano straordinario di edilizia penitenziaria. Nuovi padiglioni, riattivazione di strutture dismesse, fondi certi e vincolati. Costruire carceri dignitose non è uno spreco: è un investimento in sicurezza, lavoro e civiltà». Spinelli richiama inoltre il modello virtuoso del carcere di Opera (Milano): qui è stata avviata una Scuola Edile interna, con corsi professionali in mestieri dell’edilizia, tutor e docenti tecnici. Diversi detenuti hanno già trovato lavoro nel territorio, dimostrando che il carcere può essere un luogo di rinascita e reinserimento, oltre che una risposta concreta alla crisi di manodopera qualificata nel settore delle costruzioni. «La dedizione degli operatori non basta – conclude Spinelli – se lo Stato non garantisce mezzi e strutture adeguate. Il carcere non può essere la discarica umana di una società che preferisce dimenticare. Deve essere un luogo di formazione e recupero: dove si costruiscono seconde possibilità, non nuove recidive. Salerno ha dimostrato di saper progettare il bello. Ora deve saper costruire anche il giusto. E il giusto significa solo una cosa: passare dalle parole ai cantieri», conclude il Segretario Generale FENEALUIL Salerno Patrizia Spinelli.