Assassinò la madre e la sorella, assolto Giovanni De Vivo

La tragedia a Mercato S. Severino nel 2015. Per il giudice era incapace di intendere e volere

Mercato San Severino.  

Uccise la madre e la sorella, assolto per totale incapacità di intendere e di vole. Si è espresso così il gip del tribunale di Nocera Inferiore Alfonso Schermino al termine dell'udienza penale a carico di Giovanni De Vivo il 33enne di Mercato San Severino che nell'agosto del 2015, nell'abitazione di famiglia, uccise, strangolandole, la madre Antonietta De Santis e la sorella Deborah. Il difensore di De Vivo, l'avvocato Paolo Corsaro, aveva presentato una richiesta di rito abbreviato condizionato alla verifica della capacità di intendere e volere del suo assistito. Lo psichiatra incaricato dal giudice ha concluso per l’incapacità di intendere e di volere al momento del duplice omicidio, a causa di una psicosi schizofrenica paranoidea da cui è affetto De Vivo. Da qui, l’assoluzione per non imputabilità. 

A carico di De Vivo è stata disposta l’esecuzione di una misura di sicurezza in una Rems ovverosia una struttura residenziale sanitaria. Nell'interrogatorio di garanzia Giovanni De Vivo spiegò al pm di essersi macchiato dei due delitti per salvare le due donne. Era stato sollecitato da alcune voci che continuavano ad incalzarlo. Voci che lo hanno perseguitato anche dopo aver strangolato la mamma. Tentennava, armato di forchetta, nel togliere la vita alla sorella che alla fine soffocò. Dall’autopsia emerse, con molta probabilità, che Giovanni entrò nella stanza dove dormiva la sorella che era ancora in abiti intimi stesa sul letto e con una forchetta le scagliò trenta colpi provocando una cinquantina di fori sulle braccia, sul volto e sul torace. La ragazza cercò di difendersi ma nulla poté contro la furia omicida del fratello che prese un cuscino e la soffocò. Probabilmente, richiamata dalle urla della figlia, la mamma cercò di fuggire implorando il figlio di fermarsi ma fu raggiunta alle spalle da Giovanni l’uccise soffocandola con un cuscino. Il 33enne si è gettò dal primo piano, a suo dire, per sfuggire al diavolo, avendo riportato solo lievi fratture ed escoriazioni sanguinanti. Successivamente, risalì a casa e cercò di suicidarsi, non essendovi riuscito, attese la morte rimanendo sul balcone e aspettando di dissanguarsi. Alcuni vicini, viste le macchie di sangue per le scale, e visto il giovane sul balcone avvertirono i carabinieri e scoprirono il duplice omicidio.

Redazione