Bimbo morto, AiBi: "Governo promuova in Tv parto in anonimato"

Griffini: “Una tragedia che toglie il sonno. In Campania ci sono due Culle per la vita”

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Roccapiemonte.  

Un neonato morto, abbandonato in un’aiuola. Questa è la drammatica scoperta fatta ieri, mercoledì 2 settembre, a Roccapiemonte. Il corpicino senza vita è stato ritrovato alle 19 in una siepe situata in via Roma al civico 234. L'agghiacciante ritrovamento da parte di un residente, che si stava recando al parcheggio per prendere la propria auto e che ha subito avvisato i carabinieri, intervenuti sul posto con gli agenti della Polizia municipale e il medico legale. Il neonato, che presentava ancora il cordone ombelicale attaccato, aveva anche una ferita alla testa. Si trova ora all’obitorio dell’ospedale di Nocera Inferiore in attesa dell'autopsia.

L’ipotesi è che il piccolo fosse nato da poche ore quando è stato ucciso, forse gettato dal balcone.  I militari, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Roberto Lenza, sono al lavoro per ricostruire l'esatta dinamica della tragedia. Nel frattempo due persone, marito e moglie sono stati fermati nel corso della notte dai carabinieri della Compagnia di Mercato San Severino e del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Salerno e accusati della morte del neonato. Una tragedia “immane che ha scosso la nostra comunità” Così come ha dichiarato il sindaco di Roccapiemonte.

“Davvero si tratta di un fatto sconvolgente – è il commento del presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini – La morte o l’uccisione di un neonato è una tragedia che toglie il sonno. In casi come questi ci si domanda che cosa si sarebbe potuto fare. In realtà in Italia esistono possibilità diverse per chi non fosse in grado di occuparsi del proprio figlio: dal parto in anonimato, previsto dal DPR numero 36 del 2000, che consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale dove è nato affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica, alle Culle per la vita. Recentemente una di queste ha salvato la vita di un bimbo di Bari, il piccolo ‘Luigi’, la cui storia ha commosso l’Italia. Ce ne sono circa sessanta su tutto il territorio nazionale, in Campania, dove è avvenuta questa tragedia, sono due. Che cosa bisogna fare allora? Innanzitutto bisogna investire il prima possibile sulle culle per la vita e su una comunicazione efficace e multilingue dell’esistenza della legge sul parto in anonimato. Bisogna promuovere queste realtà, farle conoscere. In televisione passano pubblicità istituzionali di ogni tipo, ma nessuna inerente la salvaguardia della vita dei neonati. Eppure in Italia ogni anno sono circa 400 quelli che vengono salvati grazie a queste due opportunità. Bambini che, probabilmente, avrebbero fatto una brutta fine”.