Le mani della camorra di Salerno su Firenze: 12 misure cautelari

Estorsioni e bombe carta: i proventi reinvestiti in Toscana e a Nocera Inferiore

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Salerno.  

Le mani della camorra salernitana sull’economia toscana: sono 12 le misure cautelari emesse dal tribunale di Firenze nei confronti di altrettanti indagati, tra cui un minore e un consulente del lavoro di Nocera. Di questi, 7 sono finiti in carcere e 3 ai domiciliari. Sequestrati anche conti correnti e somme di denaro nell’ambito dell’inchiesta “Revenge”, condotta da guardia di finanza e polizia sotto il coordinamento della Direzione nazionale antimafia.

Secondo gli inquirenti il clan camorristico salernitano avrebbe avviato un’attività criminale a Firenze. Le accuse, a vario titolo, sono di ricettazione, furto, riciclaggio e indebita percezione dei fondi Covid. I proventi venivano poi reinvestiti non solo in Toscana ma anche a Nocera Inferiore.

Il clan non si faceva scrupoli ad imporre la propria attività con la violenza, anche attraverso bombe carta ed estorsioni, come l’esplosione immortalata dalle videocamere ai danni di una pizzeria.

Le indagini, partite nel 2020 e condotte da polizia e guardia di finanza, hanno sottolineato il ruolo di due fratelli salernitani che avrebbero avuto un ruolo preminente nella costituzione del clan. La base del gruppo criminale era una pizzeria, che oltretutto avrebbe incassato indebitamente 32mila euro di fondi statali relativi all'emergenza Covid.

Contestato, inoltre, anche lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina: non meno di 15 extracomunitari (per la maggior parte bengalesi) risultano assunti con falsi contratti proprio nell'attività di ristorazione. Gli stranieri dovevano versare 1500 euro per ottenere la documentazione.