Violenza sulle donne: la denuncia del libro di Maria Lovito

"La Gabbia di Anna" racconta di una violenza subdola e nascosta, quella psicologica

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Salerno.  

Presso l'aula Parrilli di Palazzo di Giustizia di Salerno si è tenuto un incontro su un argomento doloroso e attuale come quello della violenza di genere. Il tema è stato spiegato e raccontato anche grazie alle parole del libro della scrittrice Maria Lovito, “La Gabbia di Anna”. La storia di una donna, all'apparenza, come tante altre, che nasconde invece tanta sofferenza e dolore. Il racconto di una violenza subdola, mai fisica ma ugualmente pesante e angosciante, come quella psicologica. Un attacco continuo e nascosto che in tante donne subiscono e non riescono a denunciare.

La scrittrice del libro, ha spiegato: “Lo slogan di una recente campagna recita “L'assassino ha le chiavi di casa”. Sono sempre di più i casi di donne, mogli, fidanzate ed ex compagne che purtroppo muoiono per mano della persona che dovrebbe, invece, essere quella che si prende cura di loro. È violenza anche quella psicologica di cui io parlo nel mio libro, una violenza che non diventa mai botte, percosse o lesioni”

Presente all'evento anche la giudice Valentina Chiosi che ha sottolineato come siano ancora tante le donne che non riescono a denunciare e silenziosamente sopportano questo tipo di violenza: “Ci sono donne che hanno difficoltà nell' esprimere il proprio disagio, nel raccontare quello che subiscono. Tocca molto spesso a noi giudici cercare di capire le situazioni e andare a fondo, questo perchè ancora manca il coraggio di denunciare. Molto spesso parliamo di violenza morali e psicologiche più che fisiche. Violenze che realmente indeboliscono e rendono difficile la denuncia poiché nascoste e le cose si complicano quando si è in presenza di figli minori. - commenta la giudice - C'è tanta paura e timore ma ci sono gli strumenti per tutelare le donne. Voglio proprio fare un appello in questo senso, anche se noi giudici possiamo attivare degli strumenti d'ufficio, c'è bisogno che anche gli avvocati aiutino chiedendo, ad esempio, affidamenti esclusivi. Anche per le decisioni più importanti, a decidere deve essere la parte vittima di violenza, perchè molto spesso ritornare in contatto con il carnefice significa anche ricadere in un vortice dal quale difficilmente si trova la forza di uscire e combattere.”

Un incontro, dunque, dalla forte valenza sociale, che trasmette un messaggio di fiducia per le donne che subiscono violenza: l’invito a riprendere il cammino. Tra i relatori dell'evento anche il Procuratore aggiunto, Rocco Alfano che ha tenuto a sottolineare che a Salerno la situazione è molto monitorata: “La violenza di genere, anche alla luce dell'ultima legge dello scorso agosto 2019 “Legge sul codice rosso”, ha imposto di dare una corsia preferenziale ai procedimenti in tema di violenza di genere e la Procura si è adattata con una serie di direttive. La tempista sulla gestione di questi fascicoli è urgente, ma, al di là del termine imposto dalla legge, stiamo cercando di non dare mai alla vittima, a chi subisce la violenza quella sensazione di solitudine che è l'aspetto più preoccupante per chi si trova a dover denunciare questi reati. Abbiamo interpretato lo spirito della legge proprio nel senso di un supporto continuo e costante, oltre che efficace, alla persona offesa.”