Artisti salernitani tra gli anni 70 e 80 in mostra

Trenta opere a testimoniare il fermento artistico e la vivacità del dibattito di quegli anni

Baronissi.  

Venerdì 5 agosto, ore 19:00, apre al pubblico la mostra #SA.70/80, artisti salernitani fra gli anni Settanta e Ottanta” che propone una selezione di opere della collezione permanente del Museo-Frac di Baronissi.

La mostra è curata da Massimo Bignardi e Pasquale Ruocco e si fregia di trenta opere di appartenenti alla collezione del Frac, acquisite o date in comodato nel corso delle numerose mostre personali o antologiche promosse ed allestite dalla struttura museale d’arte contemporanea di Baronissi nell’arco di circa quattordici anni.Nei locali della Galleria dei Frati saranno esposte le opere di: Mario Carotenuto, Angelo Casciello,Carlo Catuogno, Franco Cipriano, Silvio D’Antonio, Antonio Davide, Mario Lanzione,Salvatore Liguori, Pietro Lista, Franco Longo, Ugo Marano, Luigi Pagano, Antonio Pesce, Antonio Petti, Ciro Pica, Carmine Piro, Virginio Quarta, Giuseppe Rescigno, Angelo Michele Risi, Matteo Sabino, Nicola Salvatore, Paolo Signorino, Ernesto Terlizzi,Gerardo Vangone, Sergio Vecchio, Luigi Vollaro.

Trenta opere, fra dipinti, disegni, incisioni, installazioni e sculture che testimoniano il fermento artistico e la vivacità del dibattito nell’area salernitana tra il decennio Settanta ed Ottanta, con personalità di primo piano che hanno segnato la traccia di quella svolta culturale che in pochi anni ha fatto della città un punto di riferimento, grazie anche alle sollecitazioni innescate dall’attività del neonato Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Salerno, in modo specifico da Filiberto Menna e da Enrico Crispolti al tempo docenti presso l’Ateneo salernitano. Un decennio, quello Settanta, segnato dal confronto dialettico fra varie posizioni; dall’assunzione di una nuovafigurazione declinata ora quale rivisitazione della storia dell’arte, ora come contrappunto ad insorgenze pop, ora quale campo di sperimentazione della fotografia, al neoconcretismo, alle incursioni in ambito concettuale, alle esperienze di riappropriazione urbana, alle azioni performative di partecipazione sociale. Esperienze queste ultime che registreranno la loro affermazione in occasione della X Quadriennale di Roma del 1975.

Momenti, dunque, di ricerca e di riflessione che segneranno una decisa rottura con la cultura cittadina in parte ancora incline, sul finire degli anni Sessanta, agli esiti della pittura novecentesca, a volte con dichiarate impronte popolari.

Redazione Salerno