Giornata vittime dell'immigrazione, tra razzismo e accoglienza

A Salerno mostra sui confini e iniziative a sostegno dell'integrazione. Bonifacio: ponti non muri

Padre Noah: Salerno ha due facce, da una parte è ospitale dall'altra respinge per colpa della politica che non sa fornire risposte

Salerno.  

Il 3 ottobre del 2013 nel mare di Lampedusa trovarono la morte 386 migranti. Oggi, nella giornata nazionale in ricordo delle vittime dell'immigrazione, che hanno tentato di arrivare in Italia per sfuggire alle guerre alla miseria e alle persecuzioni nel loro paese, anche a Salerno ci si interroga sul tema dell'accoglienza. Da anni la città ospita gli sbarchi di centinaia di migranti e sul territorio sono diverse le iniziative per lo più affidate alla Diocesi che si preoccupano dell'integrazione. Ma la paura dello straniero è più che mai diffusa.

"Ogni giorno lavoriamo al fianco degli immigrati che arrivano sulle nostre coste dopo essere scampati alla morte - ha dichiarato Antonio Bonifacio direttore dell'Ufficio Migrantes della Diocesi di Salerno - Il nostro obiettivo è costruire ponti, non muri. Proviamo con gesti concreti a superare la paura e i pregiudizi mettendo a disposizione di queste persone un tetto, un pasto, un luogo in cui si sentano veramente accolti. Non è semplice. Ma sappiamo che è l'unico modo. Provare a offrire anche ai cittadini italiani una prospettiva diversa sullo straniero, con iniziative che favoriscono l'integrazione partendo dalla loro cultura dalle loro tradizioni. Oggi commemoriamo le vittime che il mare custodisce in sé da anni, ma abbiamo il dovere di ricordare chi è sopravvissuto e accoglierlo". 

Per Padre Noah Salerno è una città ospitale ma deve fare i conti con molti problemi: "Una città a due facce. Da un lato i salernitani che per loro natura sono ospitali perché aperti ai popoli che arrivano dal mare da sempre. Dall'altra i cittadini che presi da problemi economici e dalla scarsità di lavoro temono lo straniero e vedono erroneamente in lui un ladro di opportunità. Una paura comprensibile ma troppo spesso alimentata dai media e dalla politica. La politica che non sa fornire risposte adeguate al problema e quindi distrae l'attenzione dei cittadini agitando lo spauracchio dello straniero che ruba il lavoro. Eppure in passato anche gli italiani sono stati migranti. E si sono perfettamente integrati negli altri paesi". 

Nell'istituto dei Padri Saveriani sarà riaperta al pubblico dal 15 al 22 ottobre la mostra sul "confine, lo spazio che unisce" che in 56 giorni ha già fatto registrare 2100 visitatori. Un modo per offrire ai cittadini e alle scolaresche un diverso punto di vista sulla questione.