E’ tornato a casa il sindaco di Rofrano, Nicola Cammarano, arrestato ieri dalla guardia di finanza, dopo che all’interno del computer sequestrato nel suo ufficio, i militari avevano trovato materiale pedopornografico. Dopo l’interrogatorio di garanzia, il magistrato ha ritenuto che non ci fossero gli estremi per la misura cautelare che era stata messa in atto giovedì. Ovviamente rimane aperta l’indagine, e le accuse sono confermate, almeno da quanto si apprende in questo momento. Gli inquirenti stanno provvedendo a visionare, ed analizzare il materiale sequestrato, per fare chiarezza sulla vicenda. Tutto risale a circa una settimana fa, quando i finanzieri della tenenza della guardia di finanza di Vallo della Lucania, hanno fatto visita a Cammarano, all’interno del suo ufficio di commercialista. Qui, hanno sequestrato diversi faldoni e dei computer, ma non contenti si sono presentati giovedì mattina a casa del politico cilentano, mettendola a soqquadro alla ricerca di altri elementi. Ventiquattro ore dopo il controllo erano scattare le manette ai polsi del sindaco. L’indagine nei confronti del commercialista, che detiene anche un incarico come contabile al comune di San Giovanni a Piro, è condotta dal pm Ivana Niglio, e coordinata dal procuratore capo della procura cilentana, Giancarlo Grippo. Intanto, ieri sera, al suo arrivo a casa, il sindaco di Rofrano è stato accolto da una folla festante. L’intero paese ha applaudito il sindaco, che si è commosso per la vicinanza dei suoi cittadini, che fin dall’inizio si sono schierati apertamente con lui, inondando di messaggi i social network e tappezzando la città di striscioni. Cammarano ha ringraziato tutti per l’attestato di stima e solidarietà dimostratogli in queste ore terribili, sottolineando come giovedì ha vissuto una giornata orribile, ma che ora ha riacquistato la fiducia e la forza di andare avanti.
Il sindaco Cammarano torna a casa e riabbraccia tutto il paese
Dopo l'interrogatorio di garanzia, il magistrato ha deciso per la scarcerazione
Rofrano.