Semplicemente....Roberto Breda

Capitano, simbolo di due promozioni, primo gol in A, mister di una squadra da sogno: applausi!

Salerno.  

Centrocampista di grandissima qualità, allenatore della Salernitana forse più entusiasmante e commovente degli ultimi 15 anni, capitano di una squadra che tornò in serie A anche grazie al fondamentale ruolo ricoperto all'interno dello spogliatoio, finanche assessore allo sport del Comune di Salerno. Se volessimo raccontare ai più giovani quello che ha significato- e significa- Roberto Breda per la nostra città e per l'intera tifoseria salernitana non sapremmo nemmeno da cosa cominciare. Quando all'inizio degli anni 90 il biondo e riccioluto calciatore fu acquistato dalla Salernitana, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che stava per iniziare una storia d'amore senza fine, una favola che solo il mondo del calcio ha saputo raccontare. Proviamo a chiudere gli occhi e riportiamo la mente a quel periodo là, forse il più bello della quasi secolare avventura calcistica del cavalluccio marino: e così ecco le immagini del gol al San Paolo contro la Juve Stabia che sancì il ritorno in serie B, la sassata da 30 metri al 76' che permise alla Salernitana di espugnare il Partenio, ma anche quell'atteggiamento sempre umile, pacato e professionale che spinse Delio Rossi a consegnargli la fascia di capitano nella stagione 1997-98, quella della serie A a suon di record battuti.

Quel campionato rappresentò la sua consacrazione: come dimenticare i gol su punizione contro Treviso, Foggia e Padova, i lanci da metà campo per gli attaccanti e la sua eleganza e padronanza a centrocampo, un'annata strepitosa che valse l'interesse di numerosi club di categoria superiore e finanche l'ammirazione di Cesare Maldini, all'epoca allenatore della Nazionale che stava per partire per i mondiali di Francia e che, forse, un pensierino a Breda lo aveva fatto per davvero. In A furono suoi i due primi gol casalinghi della Salernitana: magia contro il  Milan (purtroppo inutile ai fini del risultato), rete strepitosa contro l'Empoli su assist di Vittorio Tosto, una giocata da fuoriclasse assoluto che fece impazzire i 35mila dell'Arechi. Pur non potendo disputare le ultime partite a causa di un fastidioso infortunio, Breda rimase sempre vicino ai compagni di squadra: ricordiamo ancora il suo abbraccio con Aliberti a bordo campo quando Vannucchi segnò il gol decisivo al 90' contro il Vicenza alimentando quella che poi è rimasta illusoria speranza anche per colpe non propriamente attribuibili alla Salernitana. 

La 4 ritirata, l'amicizia con Andrea Criscuolo, il record di Fusco, i consigli di Calà

Dopo aver vestito le maglie di Parma e Genoa, ritornò a Salerno nel 2003 per aiutare la Salernitana appena retrocessa, ma fortunatamente ripescata: sotto la sapiente guida di Pioli riuscì a dare un validissimo contributo e non a caso le prime vittorie stagionali (tra l'altro contro avversari di prestigio) arrivarono con lui in campo a guidare i compagni più giovani. Nella stagione successiva, premiato per il record di presenze (con tanto di maglia numero 4 ritirata da Aliberti, tradizione non "rispettata" nelle gestioni societraie degli anni dopo), iniziò a studiare da allenatore guadagnando i complimenti pubblici di Gregucci. In totale ha collezionato 230 presenze con la maglia granata, record battuto da Luca Fusco ironia della sorte proprio in un Salernitana-Reggina che lo vedeva seduto sulla panchina avversaria. In quel caso un Arechi semivuoto intonò il coro "C'è solo un capitano" indicando il Breda il vero beniamino della piazza. In veste di tecnico ha vissuto una stagione esaltante: pur con i "consigli" di Cala, gli stipendi non pagati, le epurazioni dei senatori e i punti di penalizzazione riuscì a trasmettere ai calciatori il suo innato senso di appartenenza guidando un gruppo allo sbando dalla zona play out ad un solo gol dalla promozione, un sogno infrantosi sul più (Di) Bello, ma che non cancellerà mai le emozioni di quei mesi intensissimi e ricchi di significati. 

A Salerno ha tantissimi amici, con l'avvocato e addetto stampa del Salerno Club 2010 Andrea Criscuolo che è diventato un suo fraterno amico con il quale condivide molti momenti della sua vita quotidiana. Per Andrea sarà una sorta di derby, ma non abbiamo dubbi sul fatto che il cuore penderà soltanto da una parte. Per Breda, invece, l'accoglienza festosa di uno stadio che non lo dimenticherà mai e che è pronto a intonare quel solito motivetto trasmesso alle nuove generazioni per far sì che tutti ricordino chi questa maglia l'ha davvero onorata per tutta la vita professionale.

Gaetano Ferraiuolo