La tattica: buon primo tempo, errori sulle palle inattive

Seconda frazione di gioco eccessivamente rinunciataria, il gol nasce da uno schema studiato

Salerno.  

Quando il campionato sta per volgere al termine e la posta in palio diventa alta, è sempre più frequente assistere a partite brutte dal punto di vista tecnico, bloccate sul piano tattico e che vengono decise soltanto da episodi. Quella di ieri tra Cremonese e Salernitana non fa eccezione e vedere "oscuri disegni" dietro un pareggio che in fondo accontenta entrambe significa seguire poco il calcio e non capire che la paura di perdere prevale su qualsivoglia altra argomentazione. Da un lato i grigiorossi a secco di vittorie da gennaio, dal'altro i granata di Colantuono teoricamente partiti con altri obiettivi, ma che hanno rinviato alla prossima stagione i sogni di gloria per buona pace di una tifoseria che si aspettava decisamente di più, ma che ieri ha applaudito i calciatori per l'impegno profuso e per un discreto primo tempo al termine del quale il cavalluccio marino meritava di essere in vantaggio. Certo, quando l'obiettivo minimo è ormai in ghiacciaia si potrebbe sperare in un atteggiamento più spavaldo e sbarazzino, ma la Salernitana targata Colantuono fa della concretezza la sua arma vincente e ha preferito accontentarsi di quel punto che, sommato a quelli di Bari e col Cesena, allontana forse definitivamente lo spettro play off e permette di vivere le prossime due gare interne con serenità e, purtroppo, anche con poco entusiasmo. Dal punto di vista tecnico, come detto, è stata una gara brutta, noiosa per mezz'ora prima dei fuochi d'artificio a cavallo tra il 32' e il 40' e altrettanto povera di contenuti nella ripresa, con gli ospiti che hanno tirato i remi in barca pur cambiando il terminale offensivo, ma che hanno smesso di proporsi in avanti ancor di più dopo l'inopinata espulsione dell'ingenuo Popescu, redarguito anzitutto dai compagni di squadra. A quel punto è emerso il carattere e tutta la squadra ha difeso a denti stretti il risultato rischiando pochissimo e in una sola circostanza contro una Cremonese virtualmente salva, ma in evidente status di difficoltà.

La Salernitana è scesa in campo con il 4-3-1-2, ma con interpreti e caratteristiche diverse rispetto alla sfida col Cesena. Dinanzi a Radunovic spazio a Casasola, Tuia, Monaco e Popescu, con Ricci in cabina di regia, Zito e Odjer mezz'ali e Kiyine alle spalle di Rosina e Bocalon, modulo camaleontico che permetteva alla Salernitana di passare anche al 4-4-2 o al 4-3-3 in fase di possesso e al 4-5-1 quando si trattava di soffrire. Modulo speculare quasi obbligato per Tesser, complici le numerose assenze in tutti i reparti: in avvio si preferiva un attacco leggero dal punto di vista fisico, ma assai mobile e pronto a pressare i portatori di palla granata anche per smarcare Piccolo da gravosi compiti nella fase di non possesso. Come detto nei primi 20 minuti prevaleva la noia, una lunghissima fase di studio che qualche spunto tattico pure lo proponeva: interessante il lavoro di Kiyine su Arini, altrettanto quello di Ricci su Piccolo costretto, grazie al pressing del mediano scuola Roma, ad arretrare il suo raggio d'azione e ad agire ben lontano dall'area di rigore avversaria. Era evidente un atteggiamento meno propositivo sulle fasce, con Casasola bloccato dietro la linea di metà campo e Popescu che innescava la ripartenza di Zito limitandosi al compitino. La buona forma psicofisica di Rosina permetteva alla Salernitana di essere sempre imprevedibile dalla cintola in su, peccato che Bocalon non riesca a fare quel lavoro sporco e di reparto "alla Coda" che Colantuono pretende per esigenze tattiche, ma che sta portando risultati assai scarsi. Di positivo c'era lo zero alla casella di occasioni nitide per la Cremonese, apparsa timida, impacciata, a corto di idee e timorosa di passare in svantaggio. 

Rossi non può incidere se entra con una squadra tutta chiusa nella propria metà campo, disattenzione di Tuia

L'ingresso forzato di Minala per Zito cambiava l'atteggiamento di una Salernitana che, negli ultimi 25 minuti del primo tempo, riusciva a portarsi quasi con tutti i suoi effettivi nella metà campo lombarda grazie ad un piacevole fraseggio palla a terra che portava Ricci a smistare palloni di prima sia a destra, sia a sinistra e le due mezz'ali ad inserirsi in area senza palla. Dalla pressione collettiva nasceva il corner del vantaggio, con un gol nato da un'azione studiata e provata a più riprese in allenamento: traiettoria sul primo palo disegnata da Kiyine, sponda aerea di Monaco e deviazione a porta vuota di Minala, gol molto simile a quello dello 0-1 di Carpi. La Cremonese aveva il gran merito di non perdersi d'animo e pareggiava praticamente subito, sempre sugli sviluppi di una punizione: le immagini mostrano che è Ricci a provare a contrastare Canini, ma stando a quanto indicato dall'allenatore toccava a Tuia marcare l'esperto centrale grigiorosso, una disattenzione inspiegabile da parte di un calciatore che continua a mostrare diversi limiti da questo punto di vista e che alterna con sovenza prove importanti ad altre totalmente da dimenticare. Va sottolineato che la Salernitana ha sofferto spesso su calcio piazzato rischiando la capitolazione su una situazione analoga nella ripresa, quando nessuno ha marcato Cavion permettendogli di staccare di testa. Su quest'aspetto Colantuono non ha fatto molto meglio di Bollini. Tornando al primo tempo e al gol dell'1-1, a quel punto, però, la Salernitana era bravissima a non abbattersi e sciorinava un calcio a tratti piacevole ,con verticalizzazioni continue, attacco degli spazi e della profondità e qualche sovrapposizione in più degli esterni bassi, soprattutto di Popescu a sinistra favorito dalle giocate di Minala e dalla precisione di Rosina. Il tambureggiante assalto dei granata produceva il calcio di rigore sbagliato in malo modo da Kiyine, con la successiva traversa a porta vuota di Bocalon che aumentava i rimpianti per la scelta di non far calciare giocatori più esperti ed abituati a questo tipo di responsabilità.

Nella ripresa, come detto, la Salernitana progressivamente spariva dal campo pur senza mai soffrire le sortite offensive di un avversario che sembrava quasi alle corde, ma che è tornato in gara col passare dei minuti. Serve a poco inserire un attaccante di peso e di area di rigore come Rossi al posto dello spento Bocalon se lo si colloca praticamente sulla fascia chiedendogli anzitutto di battagliare a tutto campo per far salire una squadra abbottonata dietro la linea della palla, mai propositiva e al tiro soltanto in una circostanza e dalla lunga distanza con Ricci. L'espulsione successiva di Popescu complicava i piani e cambiava gli assetti di entrambe le compagni: 3-4-1-1 per la Salernitana (con Vitale largo a sinistra un pochino più alto rispetto alla linea difensori per non farsi schiacciare troppo e tenere basso il terzino destro avversario), 4-3-3 per la Cremonese decisamente a trazione anteriore e con Perrulli in campo per provare a sfruttare i centimetri degli attaccanti. La trappola del fuorigioco, però, funzionava bene e nelle rare occasioni in cui i padroni di casa riuscivano ad arginare la linea Maginot della mediana ecco pronto Monaco a metterci una pezza. L'assalto senza costrutto finiva su un tiro proprio di Perrulli respinto con bravura e fortuna da Radunovic, per il resto ordinaria amministrazione e la sensazione che quel punto andasse bene ad entrambe. Per buona pace dello spettacolo e del bel gioco..

Gaetano Ferraiuolo