Il silenzio della curva vale più del rumore social

Quello degli ultras un atto d'amore: riconquistarsi a vicenda per un grande futuro

Salerno.  

Che l'Arechi non sia più la bolgia di un tempo è evidente, del resto il dato di spettatori è talmente basso rispetto alle potenzialità della piazza che è impossibile pretendere quel clima che in passato ha fatto la differenza trascinando la squadra verso imprese rimaste nella storia. Oggi sarà tutto ancora più triste, dal momento che i gruppi ultras della curva Sud hanno deciso- legittimamente- di disertare per 15 minuti con civiltà e senza alcuna esagerazione per replicare ad alcune colorite esternazioni del presidente Lotito che, tuttavia, ha inteso chiarire la propria posizione attraverso un'intervista rilasciata ai nostri microfoni e che ha diviso l'opinione pubblica. Chi è davvero tifoso ed è in buona fede ha ascoltato, ha una propria opinione e attenderà i prossimi mesi per vedere quale squadra allestirà la società prima di assumere una decisione. Chi, invece, si sbizzarrisce sui social creando paginette a scopo di click nate per destabilizzare e remare contro nota soltanto quel che vuole notare. Un giornalista riporta una dichiarazione polemica? E' bravo e ha fatto il suo mestiere. Si cerca di fare un discorso costruttivo? Si vuole a tutti i costi difendere la società. Non è così. Il giornalista ha il compito di informare, di ascoltare l'interlocutore, di fare le domande che ritiene opportune senza mai scadere nell' "attacco" personale o in un botta e risposta "da tifoso" che magari esalterebbe la folla, ma che non rappresenterebbe un esempio di correttezza.

Dopo aver riportato su tutti i giornali una "chiacchierata privata" (e non un'intervista) era doveroso concedere una replica alla proprietà che, dal canto suo, ha ribadito l'impegno assunto quella famosa e calda mattinata del 26 luglio del 2011: portare la Salernitana in serie A. Con la consapevolezza di una normativa che porrebbe anzitempo fine al loro percorso (ma ci sarà una deroga, almeno trimestrale, occhio alla soluzione trust), ma con la stessa convinzione che l'investimento fatto frutterà per davvero soltanto nella massima categoria. E due imprenditori ambiziosi come Lotito e Mezzaroma lo sanno. Così come sanno che nell'anno del centenario dovranno presentare alla città, alla stampa e alla tifoseria una rosa all'altezza della situazione, composta da tanti giocatori forti, di qualità, personalità, carattere, degni di indossare una maglia così gloriosa. Magari abbinando una serie di iniziative- e sono in cantiere- per incentivare le nuove generazioni, per riempire lo stadio, per far sì che tutti, anche chi si è allontanato, possano riscoprire l'entusiasmo e il senso di appartenenza che, per la verità, ai tempi del Vestuti c'era sempre, h24, anche quando si giocava per decenni in C e senza ambizioni. 

Un progetto ambizioso, chiaro e basato anche su investimenti ancora più concreti di quelli fatti fin ora (e sia chiaro che avere una delle società in Italia con il bilancio più sano in assoluto è una ricchezza da non sottovalutare) va però dedicato a loro, a quei seimila che sono ripartiti da Salerno Calcio-Internapoli, che hanno lasciato tutti a bocca aperta in Salernitana-Poggibonsi, che hanno viaggiato per Astrea, Boville, Selargius, Melfi, Ischia, Torre Annunziata e Guidonia rappresentando quel valore aggiunto che ha permesso di compiere quest'autentico miracolo sportivo. Perchè, al netto del chiacchiericcio social e di chi distrugge senza proporre soluzioni, oggi ci sarà l'assordante silenzio della curva. Di quella curva che, dopo aver dato tantissimo e aver aggiunto tanti punti alla classifica della Salernitana dal 1919 insieme allo zoccolo duro degli altri settori, attende risposte e forse è in credito con una società che, prima dei grandi calciatori, dovrà riconquistare la sua gente. Perchè solo insieme si può andare lontano. Perchè in fondo Salerno, potenzialmente, può fare davvero grandi cose. 

Gaetano Ferraiuolo