Sabato la Salernitana potrebbe mettere una seria ipoteca sulla salvezza. L’avversario sarà il Brescia di Boscaglia, avversario in forma dopo il precedente periodo di appannamento. I granata, però, devono riscattarsi dalla brutta prestazione offerta contro il Cittadella, e con le rondinelle potrebbero essere 90 minuti decisivi. Dello stesso parere è Massimo Mariotto, ex direttore sportivo della Salernitana, il quale, attraverso le pagine de Il Mattino, offre il suo punto di vista:
«Novanta minuti decisivi per evitare ulteriori guai. Vincendo i granata potrebbero chiudere con un po’ di anticipo la propria stagione».
Ma a cinque giornate dalla fine era questo lo scenario che bisognava aspettarsi in casa Salernitana?
«Sinceramente speravo in un campionato migliore, diciamo che è stata una stagione non esattamente esaltante. Ormai si è presa dimestichezza con il torneo cadetto, ma i passi in avanti non vengono effettuati e credo che ora come ora non si stia facendo un grande calcio. Per grande calcio intendo una programmazione a 360 gradi, dal punto di vista tecnico infatti non vedo idee chiarissime».
Intanto il rapporto tra la piazza e la società si fa sempre più complicato.
«Il patron tende ad essere provocatore, ma sempre in maniera positiva. Non lo fa assolutamente in mala fede, penso che neppure lui sia contento dell’attuale scenario. Insieme a Mezzaroma ha comunque investito soldi importanti in tutti questi anni. Per certi versi le sue dichiarazioni le vedo un po’ come una sorta di autodifesa, credo sappia che c’è qualcosa che non sta funzionando nel verso giusto dal punto di vista tecnico».
Quante responsabilità, invece, hanno la squadra e lo staff tecnico per i risultati poco esaltanti di questa stagione?
«La Salernitana ha la classifica che si merita, né più e ne meno. Stop. Non basta prendere i giocatori o diverse scommesse, dopo bisogna farli rendere e questo è l’aspetto più complicato. Ora, però, ritengo che vada fatto un salto di qualità, ed i presupposti ci sarebbero anche per effettuarlo concretamente».
Torniamo alla partita di sabato prossimo tra Salernitana e Brescia, saranno novanta minuti condizionati dalla paura di non voler perdere?
«Potrebbe anche essere così, sarà una gara delicata contro un avversario che, stando alla classifica, si accontenterebbe anche di un punticino. Ma come detto, per i granata sarà fondamentale vincere per chiudere la pratica salvezza ed iniziare poi a tirare le somme in vista della prossima stagione».
I granata cosa devono temere maggiormente delle rondinelle?
«Giocano bene, hanno dei giovani di qualità e poi un finalizzatore importante per la categoria come Caracciolo. Con bravura e pazienza il Brescia è riuscito ad uscire da un momento non semplicissimo, ma con Cellino si è sempre sotto pressione nel corso di una stagione».
Appena 3 sono i gol segnati dagli attaccanti della Salernitana nel girone di ritorno, tutta colpa dei diretti interessati o ci può essere anche un’altra chiave di lettura?
«Non credo che Bocalon sia proprio l’ultimo arrivato, credo invece che questo dato sia emblematico relativamente al concetto di squadra e di programmazione della stessa. Secondo me se non hanno segnato tanto è perché ci sono altre problematiche, servono giocatori di qualità in alcuni ruoli chiave e lavorare attentamente sulla composizione dell’organico».
Redazione sport
