Perugia, clima caldo: "Basta dire che vendiamo le partite!"

Lo sfogo del patron: "Ci coprono di insulti, pronti a denunciare. Basta teorie del complotto"

Salerno.  

Clima decisamente particolare in queste ore a Perugia, con una parte dell'ambiente e della tifoseria che non ha perdonato ai calciatori la sconfitta casalinga patita ad opera della Ternana e che ha preferito ricondurre tutto a quel pomeriggio sfortunato dimenticando quanto la società e la dirigenza abbiano investito e vinto in questi anni. Grazie agli sforzi di patron Santopadre ormai i biancorossi- ripartiti dal nulla dopo il fallimento e meritatamente promossi in B nel 2014 al termine di una cavalcata straordinaria- rappresentano una delle più belle realtà della cadetteria e in due anni su tre il Grifone ha avuto la possibilità di andare in serie A attraverso i play off perdendo rispettivamente contro Pescara e Benevento che, alla fine, conquistarono la promozione in finale. Tutto il mondo è paese, verrebbe da dire: anche lì una società solida e che ha investito tanti soldi rifiutando offerte economicamente vantaggiose pur di trattenere gli elementi migliori viene messa in discussione da chi, probabilmente, ancora non ha capito quanto sia difficile fare calcio in tempi di crisi come questi. In conferenza stampa, poche ore fa, il presidente ha fatto chiarezza senza alzare i toni, ma battendo su alcuni punti di fondamentale importanza: "Vengo tacciato molto spesso di prendere in giro le persone o di parlare a sproposito durante la campagna abbonamenti. A inizio anno ho promesso una squadra forte in grado di giocarsi un obiettivo importante: a 4 gare dalla fine, al netto di tutti i nostri difetti, siamo in lizza per giocarci la serie A, c'è un mese per stringerci tutti intorno al Perugia e per mettere da parte malumori e cattivi pensieri che certo non aiutano a crescere. Siamo il club che in questi ultimi anni ha conquistato il maggior numero di punti in serie B, con un budget intermedio che ci ha permesso di raggiungere risultati importanti. Lungi da me prendere in giro la piazza, gente che conosco da sette anni e che sa bene quanto tempo mi porta via il Perugia: faccio finta di non ascoltare certe voci che mi feriscono, pur essendo romano mi sembra che la mia presenza sul territorio non sia mai mancata. Dopo sette anni credo che un minimo di fiducia l'ho conquistata, puntualmente qualcuno cerca sempre di criticare a prescindere dal risultato sprotivo: mi sento ferito sul lato umano perchè sono affezionato al Perugia, a questo popolo, a tanti amici che mi vogliono bene".

Santopadre chiarisce altri concetti e, ascoltando bene le sue parole si riscontrano diverse similitudini con quanto avviene a Salerno da qualche tempo a questa parte: "Avevo promesso che avremmo provato a migliorare il quarto posto dell'anno scorso, ad oggi siamo in linea con i programmi e vorremmo essere giudicati alla fine. Se dovessimo arrivare sesti mi diranno che vi ho preso in giro: lo concedo, lo accetto, fa parte del gioco, ma qualcuno dimentica che il pallone è rotondo e non sempre le cose vanno secondo una logica. Certo, è stata una stagione pazza: due Perugia diversi, con Giunti quotato al gioco e Breda al calcio razionale. A me sembra che la scelta di quest'allenatore sia stata ponderata, serviva una persona del genere in un momento di isterismo totale: grazie a lui ogni singolo giocatore ha dato il massimo. Avrà commesso degli errori, come tutti quanti noi, abbiamo perso un derby in casa e subito 5 reti al Curi dall'ultima in classifica, senza dimenticare gli otto gol di Udine: tutto vero, ci sono limiti caratteriali e a volte gli avversari sono più bravi di noi. Contestualmente abbiamo battuto Parma, Palermo e Frosinone, poi ci siamo fatti beffare dalle ultime della classe; il più grande limite è la poca bravura nell'ingaggiare scontri ruvidi e duri, mancano furbizia e capacità di gestire. Cureremo i particolari, su tutti le palle inattive: giochiamocela con le nostre armi, vedremo cosa accadrà. Quando ci siamo resi conto che l'allenatore precedente era in difficoltà lo abbiamo sostituito, era la scelta che ritenevo giusta. In tanti frangenti ho dato conto alla piazza, ho grande rispetto per i tifosi, ma un proverbio dice che i problemi della pentola li conosce solo il coperchio. Per fortuna è andata bene, altrimenti mi avrebbero lapidato in piazza. Se pure fosse andata male, non merito quello che sto subendo: tutto ciò che faccio è dettato dal cuore, qualcuno vuole spesso travisare il senso delle parole. Se vengo in conferenza prendo in giro la gente, se non ci vengo dite che non metto la faccia: io faccio parlare tutti, ma cercate di riflettere perchè spesso vi contraddite. Chi oggi mi consiglia di andare a destra, ieri mi diceva di andare a sinistra. C'è una diffidenza incomprensibile, la verità è che tra questa squadra e l'ambiente non si è mai rotto il ghiaccio: la strada del complottismo non costruisce nulla, clima da gossip che non fa il bene del Perugia. Quando si perde non è mai merito degli avversari in un campionato lungo e logorante, c'è sempre qualcosa di strano sotto: ora basta!"

La società: "Ho pianto al telefono con Di Carmine. Diamanti? Non sapeva nemmeno Terni dove fosse, eppure..."

Nelle dichiarazioni successive si riscontrano ulteriori analogie con la Salernitana e con il collega Lotito: "Ancora con questa favola che io non voglio andare in serie A: spiegatemi voi, o quelli che mi giudicano in questo senso, cosa dovrebbero dire Parma, Palermo e Frosinone che hanno perso le ultime gare. Forse c'è qualcuno dei critici che non vuole andare in serie A, quelli che ci accusano di vendere le partite: attiverò i nostri legali perchè la diffamazione è diversa dalle critiche. Dopo otto mesi non tollererò più diffamazioni attraverso i  social: la gente sappia che i reati sono perseguibili penalmente anche se si commettono su facebook. Criticatemi, anche se non lo capisco, ma basta accusare la società ed essere diffidenti verso chi sta facendo sacrifici rifiutando un'offerta di 3 milioni per il suo giocatore simbolo. Un presidente sa bene come compartarsi e quali siano i momenti più adatti per agire. Quando c'è bisogno sono il primo ad essere durissimo nei confronti di giocatori che sono stati tacciati di essere venduti, mercenari e traditori. Insulti fatti ad esseri umani, non macchine o robot: è inaccettabile. Faccio un esempio: c'è un ragazzo che, pur di restare qui, ha detto no ad offerte economicamente tre volte più vantaggiose. E' stato Di Carmine a chiamarmi per dirmi di non cerderlo, perchè crede fortemente alla serie A: io al telefono ho pianto, mi sono commosso, mi ha fatto promettere che non lo avrei ceduto. Ha detto no a tanti soldi, sono questi i professionisti che state mettendo in discussione. Del Prete è al centro di chiacchiericci per suoi fatti personali: un presidente deve giudicare il calciatore per quello che dà sul campo, voi vi ponete problemi su situazioni assurde dimenticando che a sue spese è andato a Barcellona a curarsi. La gente malignava, lui spendeva soldi di tasca sua per stare meglio e si sta sacrificando in un ruolo non suo grazie all'intuizione del ds e del mister".

Il presidente svela anche un altro retroscena: "Diamanti credo se lo possa comprare il Perugia, è venuto da noi per un contratto ridicolo soltanto per la voglia di andare sotto la curva Nord ad esultare. Ha rifiutato altre piazze che gli davano 10 volte di più: è il primo a chiedersi perchè mi accusino di queste cose. Lui non sa nemmeno Terni dove si trovi, ora deve essere tacciato per uno che ha venduto il derby: vi rendete conto? L'unico vero grande sogno di Diamanti è finire la carriera in serie A col Perugia: i soldi non gli interessano, il suo desiderio è vincere un campionato a coronamento di una grande carriera. Stiamo subendo di tutto ora che abbiamo la serie A ad un passo, addirittura ci hanno derubato durante una partita e questi ragazzi, con tutti i loro difetti, sono rientrati in campo e hanno vinto la partita. Siamo usciti fuori dalla melma, credo che questi calciatori meriteranno di essere supportati: invece leggiamo che dobbiamo vergognarci e che siamo mercenari. Non sarebbe più facile riconoscere che in un campionato duro e stressante non esistono gare semplici? A Frosinone e Parma cosa dovrebbero dire? Non crederò mai che gente che guadagna mille euro al mese e ne spende 300 per il Perugia rifiuti un confronto costruttivo con la squadra per recuperare il rapporto e ripristinare il clima di serenità giusto. Io sono pronto a parlare con chiunque: avremo commesso mille errori, ma questa società è composta da persone serie". Ed effettivamente, per risultati e investimenti, Santopadre è davvero uno dei migliori presidenti della B...

Gaetano Ferraiuolo