Dalla gioia al dramma il passo fu veramente breve, una doccia gelata per una città ed una provincia che stavano preparando la grande festa per il ritorno della Salernitana in serie A dopo 50 anni di spasmodica attesa, ma che dovettero riporre nei cassetti sciarpe e bandiere in segno di lutto e di rispetto. 20 anni fa una calamità naturale distrusse Sarno, Siano, Quindici, Bracigliano e San Felice a Cancello, una frana che devastò abitazioni, interi quartieri e che distrusse famiglie che, ancora oggi, convivono con un dolore atroce e con una ferita che non potrà mai essere rimarginata. Ricordiamo ancora quello speciale trasmesso dalla Rai, con collegamenti in diretta e le immagini di un popolo devastato, in ginocchio, costretto a piangere per la morte di 160 persone che si ritrovarono avvolte dal fango e che non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di quanto stesse accadendo. Le immagini televisive si soffermarono anche sulle tante bandiere della Salernitana che erano state affisse sui balconi, gente che aveva già acquistato il biglietto per la super sfida col Venezia e che mai avrebbe pensato di andare incontro ad un destino beffardo e che spezzò tante vite innocenti nel modo peggiore, senza un perchè. Anche in quella circostanza i tifosi della Salernitana mostrarono una maturità incredibile, roba da raccontare e raccontare ancora per far capire quanto sia grande il cuore del popolo granata: erano in 40mila per celebrare l'aritmetica promozione, ma il dolore per quanto accaduto era troppo forte e gli ultras rimasero in silenzio per diversi minuti prima di ricordare con un commosso applauso e attraverso tanti striscioni le vittime della tragedia. Anche i cori durante la gara furono più "freddi", la mente non poteva non andare a quelle mamme che avevano perso i figli e a quelle persone che ancora speravano di ritrovare i propri cari sotto le macerie pur sapendo che non c'erano speranze. Al 90', quando Bazzoli fischiò la fine del match, il cuore era colmo di gioia sportiva, ma di festeggiare non c'era voglia nè testa: un rapido giro di campo, un timido sventolio di bandiere, poi tanto rispetto e rientro a casa: tutto rimandato di un mese, per Salernitana-Foggia. 20 anni fa una tragedia immane, proprio quando la Campania si apprestava a vivere un momento di gioia ed esaltazione: il fato volle così, ancora oggi fa male il sol pensiero...
Gaetano Ferraiuolo
