La tattica: il 3-4-3 esalta i granata, Rosina determinante

Prestazione di qualità, Akpro tatticamente preziosissimo. Sulla gestione del gruppo...

Salerno.  

Chi si aspettava una Salernitana ormai mentalmente in vacanza quasi pronta a prestare il fianco ad un avversario, al contrario, sportivamente parlando disperato e a caccia di punti è rimasto deluso, del resto anche l'anno scorso, in occasione del derby con l'Avellino, i soliti maligni da tastiera parlavano già con certezza di "risultato già scritto a tavolino" dimenticando che in campo scendono calciatori che, a prescindere dalle qualità tecniche, sono anzitutto dei professionisti. Non a caso i 6018 presenti hanno tributato un forte applauso al mister e alla squadra, capaci di gettare il cuore oltre l'ostacolo, di esprimere un calcio a tratti piacevole e di dare il massimo sul piano dell'impegno e della determinazione rispedendo l'Entella a casa senza punti e quasi condannandola alla retrocessione, riscattando quel beffardo 2-2 al 95' di due stagioni fa che poteva costare carissimo. Bravi i tifosi a vivere la partita con grande partecipazione, bravo l'allenatore a toccare le corde giuste, bravissimi i giocatori che hanno disputato un match agonisticamente molto valido e vinto meritatamente, forse con un punteggio troppo risicato rispetto alle innumerevoli occasioni prodotte.

Ancora una volta il 3-4-3 si è confermato il modulo forse più adatto alle caratteristiche della squadra, trascinata da un Rosina superlativo assoluto e in grado di non dare punti di riferimento grazie ad una ritrovata freschezza atletica che gli ha permesso di svariare sul tutto il fronto offensivo consentendo alla Salernitana di passare senza problemi anche al 3-4-1-2 pur mantenendo gli stessi interpreti senza perdere equilibri e certezze. Finalmente c'è anche un centrocampista in grado di dettare i tempi della manovra e soprattutto di inserirsi in area avversaria senza palla, peculiarità che nessuno in rosa sembra possedere. Akpro è stato perfetto da questo punto di vista e non a caso ha avuto 3-4 chance per siglare il suo primo gol italiano, favorito da una manovra corale briosa, a tratti divertente e che Colantuono ha apprezzato molto. La Salernitana, infatti, sin dal primo minuto ha anteposto la ricerca del fraseggio orizzontale e verticale a quei lanci lunghi che stanno man mano sparendo; bravi gli esterni a tenersi alti e a proporsi di continuo, bravi i tre centrali difensivi a far ripartire l'azione allungando la squadra, ottimi anche Sprocati e Bocalon che hanno tenuto a bada i centrali dell'Entella permettendo a Rosina di accentrarsi e di tentare la conclusione dalla distanza. 

L'Entella, schierata in modo quasi speculare, ha pagato la giornata no di Troiano, assai impreciso quando prendeva palla anche perchè i compagni non erano bravi a smarcarsi e spesso si allungavano troppo perdendo le giuste distanze. La Salernitana era brava ed il fraseggio era bello a vedersi, forse talvolta troppo elaborato anche per la scelta di Aglietti di chiudersi a riccio a protezione della propria metà campo con la speranza di sfruttare le ripartenze e di giocarsela nella ripresa a viso aperto favorito dalla presunta e potenziale stanchezza di un avversario apparso anche atleticamente superiore e in crescita. Si vedeva, insomma, la Salernitana di Colantuono, capace di riproporre con costanza anche l'azione che ha portato al gol col Perugia contraddistinta da un'idea molto precisa: partire da sinistra, giocare palla sull'out opposto con l'inserimento di Casasola, Bocalon e Sprocati e portar via i centrali avversari e Rosina pronto in seconda battuta per ribadire in rete eventuali respinte. Stava per succedere al 25', Ceccarelli l'ha salvata sulla linea, ma Colantuono in panchina ha apprezzato

Solo una volta la retroguardia granata si faceva trovare mal posizionata, palesando un limite tattico e comportamentale che non è stato mai corretto quest'anno: scarsa pressione dei centrocampisti sul portatore di palla avversario, cross dalla trequarti e inserimento tra i due centrali difensivi del centravanti, abile- nella circostanza- a svettare su Mantovani, ma poco lucido al momento della battuta. Nella ripresa la Salernitana ha alzato ulteriormente il baricentro, merito anche di Vitale e Casasola che hanno avuto licenza di offendere badando meno alla fase di contenimento, favoriti anche dall'ingresso in campo di Odjer che in marcatura forniva maggiori garanzie e sicurezze rispetto a Minala, uno che in fase di non possesso deve crescere davvero tantissimo. Il risultato si sbloccava con un pizzico di fortuna, ma al termine di una bellissima azione: scambio rapido a metà campo e tutto di prima tra Akpro e Rosina, palla a sinistra per Sprocati e che leggeva la sovrapposizione di Vitale, bravissimo a saltare due avversari e a cercare il cross sul secondo palo dove arrivava Rosina, abile con uno scatto velocissimo ad eludere ogni sorta di marcatura. Il destino ha voluto che l'assist per Bocalon lo facesse un difensore ligure, ma l'azione resta bellissima. 

L'Entella, a quel punto, inseriva due elementi offensivi passando ad una sorta di 4-3-3 con la speranza di tenere più bassi gli esterni granata e di mettere in condizione La Mantia di avere più sbocchi in area di rigore, laddove Schiavi diventava un gigante e di testa le prendeva praticamente tutte, aiutato anche dai puntuali raddoppi di Mantovani. Il 2-0 sembrava nell'aria, ma la Salernitana non riusciva a trasformare la mole di gioco prodotta in una seconda marcatura; le azioni, però, erano davvero tutte belle, con cambi di fascia, palloni filtranti e, come detto in apertura, l'inserimento costante senza palla di Akpro sul palo opposto che mandava in tilt la retroguardia biancoceleste ed esaltava i riflessi di Paroni. Nel finale Colantuono badava al sodo e alle ripartenze: fuori Vitale e Bocalon, dentro Popescu e Signorelli per una sorta di 5-3-1-1 e Sprocati unico punto di riferimento in avanti, bravissimo ad allargarsi per puntare l'uomo in verticale nell'uno contro uno e agevolare il taglio sull'out opposto di Rosina, Akpro o di un inesauribile Casasola. L'Entella di occasioni ne aveva soltanto due: prima il palo di La Mantia, poi un tiro di De Luca ben parato da Radunovic. Nel complesso, dunque, una prestazione bella e convincente, scandita dagli applausi del pubblico e da un tabellino che parla di 12 occasioni costruite in 90 minuti. 

Unica nota stonata il "caso Vitale". Da questo punto di vista qualche piccola responsabilità può essere attribuita anche all'allenatore che, dall'alto della sua esperienza, piuttosto che accomodarsi in panchina avrebbe dovuto indicare chiaramente chi fosse il designato per calciare la punizione. Se nel primo tempo Colantuono è apparso nervoso e ha rimproverato a muso durissimo Mantovani e Casasola per degli errori davvero minimi mandando addirittura a scaldare due centrocampisti quasi come volesse lanciare un "avvertimento", nella ripresa ha preferito invece gestire una situazione delicata quasi in silenzio, come se prendesse nota per poi intervenire successivamente. E il fatto che talvolta i calciatori si mandino a quel paese e che sovvertano a piacimento le gerarchie quando si calcia un rigore confermerebbe una gestione forse troppo soft di situazioni che, invece, devono essere stabilite a tavolino e con fermezza. A volte anche questi piccoli dettagli possono indirizzare una partita o un campionato

Gaetano Ferraiuolo