La notizia era nell'aria da tempo, ora ha assunto anche il crisma dell'ufficialità: sarà Roberto Mancini a guidare la Nazionale italiana per i prossimi due anni, con rinnovo automatico per altre due stagioni in caso di qualificazione agli europei. Un riconoscimento importante per l'ex fuoriclasse della Sampdoria, scelto dai vertici federali non solo per il suo grande entusiasmo e per la disponibilità di abbassare notevolmente le pretese econonomiche, ma anche e soprattutto per la sua conoscenza del calcio internazionale e per quella capacità di instaurare con tutti i calciatori un rapporto basato sul dialogo e sulla collaborazione. Il commissario tecnico, che in passato elogiò Salerno per le origini campane della madre e balzato agli onori della cronaca per l'attacco al tecnico del Napoli Maurizio Sarri (è stato uno dei primi esponenti del mondo del calcio a denunciare attacchi omofobi dimostrando coraggio rispetto ad una tematica così delicata), quasi certamente porterà con sè uno dei collaboratori di maggiore fiducia, il tecnico Angelo Gregucci, compagno d'avventura in quasi tutte le esperienze internazionali che ha scritto pagine importanti della storia recente della Salernitana. Nel 2004-05, infatti, fu scelto da Aliberti per sostituire Ammazzalorso e, pur guidando una squadra almeno da play off, si salvò alla penultima giornata grazie alla vittoria per 2-1 sull'Ascoli, annata nella quale ebbe l'intuizione di confermare un giovanissimo Molinaro e di far crescere un giovane come Palladino.
Nel 2014, dopo l'esonero di Perrone, fu scelto direttamente da Marco Mezzaroma per guidare un gruppo completamente allo sbando e che rischiava di non qualificarsi ai play off nell'anno che prevedeva la possibilità di giocarsi la promozione pur chiudendo a metà classifica. Gregucci fu bravo a pretendere rinforzi di esperienza, ottenne qualche buon risultato (2-1 col Benevento, pari dominando a Frosinone) ma toppò clamorosamente nella gara play off, sbagliando cambi e formazione iniziale e presentando un undici assolutamente rinunciatario e imbottito di calciatori fuori condizione. Il suo sfogo con i giornalisti all'esterno del Volpe qualche giorno dopo seppe tanto di rottura anticipata, sebbene i rapporti siano migliorati nel tempo al punto che per due volte è stato vicino al ritorno, sia dopo l'addio di Torrente, sia dopo quello di Bollini. Ora questa nuova esperienza: un po' di granata nel grande oceano azzurro della Nazionale italiana.
Gaetano Ferraiuolo
