Salvo colpi di scena, si separano le strade tra Alessandro Tuia e la Salernitana. Come stiamo sottolineando da diverse settimane, la società e la dirigenza, pur esprimendo parole di elogio e gratitudine, hanno inteso interrompere il rapporto lavorativo preferendo perdere a parametro zero un calciatore tesserabile come "bandiera" piuttosto che riconfermare un elemento che, dal suo arrivo a Salerno ad oggi, ha dimostrato di essere potenzialmente tra i più completi, ma che ha palesato limiti e difetti mai corretti nonostante l'avvicendarsi di numerosi allenatori sulla panchina. Non a caso, anche in C2 e C1, raramente è stato considerato un titolare inamovibile e i migliori risultati difensivi la Salernitana li ha ottenuti con le coppie Molinari-Rinaldi, Lanzaro-Trevisan, Schiavi-Bernardini, Bagadur-Bernardini e Schiavi-Monaco, ovviamente con le dovute proporzioni legate alla categoria. La tifoseria ,sul suo addio, è divisa: da un lato chi lo avrebbe confermato ad occhi chiusi anche in segno di riconoscenza, dall'altro chi ne ha sempre sottolineato i numerosi difetti in fase difensiva che spesso hanno costretto il portiere granata a raccogliere il pallone in fondo al sacco.
Se tecnicamente Tuia è stato uno dei pochi difensori dell'era Lotito a saper impostare il gioco e ad uscire a testa alta palla al piede, è altrettanto vero che in marcatura ci sono limiti evidentissimi, dettati talvolta da cali di concentrazione e "amnesie" che non gli hanno consentito di fare il salto di categoria e che lo porteranno a convivere, con ogni probabilità, con l'etichetta di "eterna promessa", quel giocatore che da piccolo fu ribattezzato "il giovane Nesta", ma che a Salerno, anche quando si lottava per non retrocedere, ha fatto fatica a trovare un posto da titolare. Se ne ricorderanno i gol preziosi contro Savoia, Novara e Bari, alcuni lanci da regista puro, i duelli epici e quasi tutti vinti con Eusepi ai tempi del testa a testa col Benevento (quando però un suo liscio degno della Gialappas poteva costare partita e campionato, decisivo fu un intervento di Gori), ma anche le distrazioni al centro del reparto e qualche ingenua espulsione come quella di Cittadella. Casasola, Bernardini, Mantovani e Schiavi sono delle garanzie, elementi probabilmente più forti di lui e che possono anche bastare per un campionato da protagonisti, del resto se la società (che non ha gradito le dichiarazioni rilasciate senza autorizzazione durante una cerimonia presso un club, anche per questo è andato in panchina col Palermo) non gli ha proposto il rinnovo un motivo ci sarà no?
Redazione Sport
