Dopo due esoneri e una mancata riconferma negli ultimi quattro anni, riparte l'avventura di Leonardo Menichini. Il trainer di Ponsacco, che a Salerno è stato molto criticato durante la sua avventura, ma rimpianto da qualcuno nelle stagioni successive a causa del rendimento dei suoi successori, ripartirà dalla Lega Pro, più precisamente dalla Lucchese che, già in passato, aveva affidato la panchina ad un altro ex granata come Giuseppe Galderisi capace, in un contesto molto complesso, di ottenere risultati assai positivi prima di rassegnare le dimissioni.per divergenze con la proprietà. E' stato il direttore sportivo Lucchesi, suo grande estimatore sin dai tempi di Pisa, a proporre il suo nome alla società memore del buon girone di ritorno disputato in terra toscana nell'annata 2013-14, quando all'Arechi perse per 1-0 per effetto di un gol di Volpe e rimase favorevolmente impressionato dal calore dei 12mila spettatori presenti. "Avevamo bisogno di un tecnico di esperienza, in grado di poter guidare una squadra che subirà moltissimi cambiamenti: arriveranno 20 nuovi giocatori, Menichini è il profilo ideale. Essendo toscano ha accettato subito nonostante qualche proposta dalla serie B" ha dichiarato l'esperto dirigente in conferenza stampa, lasciando intendere che il mister abbia rinunciato alla cadetteria pur di sposare questo progetto con l'obiettivo, almeno iniziale, di centrare una salvezza tranquilla e poi provare ad inserirsi in zona play off.
La storia di Menichini a Salerno è nota. Arrivato in sostituzione di Mario Somma praticamente ad una settimana dall'inizio del campionato, il trainer toscano fu bravissimo ad isolarsi dai malumori dell'ambiente e a trasferire al gruppo la giusta mentalità; logica conseguenza fu un girone di andata ad altissimo livello, concluso al primo posto, con una striscia di sei vittorie consecutive, un ottimo rendimento esterno e la valorizzazione di alcuni ragazzi come Nalini a cui diede immediatamente fiducia. A lui si deve anche l'arrivo a Salerno di Favasuli e Calil, calciatori che forse potrebbero seguirlo anche in questa nuova avventura. Vinto il campionato a suon di record, Menichini fu esonerato al termine della stagione a quanto pare per un rapporto non propriamente idilliaco con una piccola parte dello spogliatoio, ma soprattutto per divergenze con la dirigenza che, spesso, avrebbe voluto licenziarlo e puntare su una terza guida tecnica. L'anno dopo fu chiamato al capezzale di una Salernitana senza gioco, senza idee e senza anima e, pur commettendo moltissimi errori e fallendo quasi tutti gli scontri diretti (ancora oggi suonano nelle orecchie i fischi post 0-0 col Modena e le parole di Ceccarelli quando decise di estromettere Coda dalla partita decisiva col Vicenza), vinse i play out a mani basse contro un Lanciano virtualmente già fallito. Nonostante la promessa di un rinnovo in caso di salvezza, Lotito decise di puntare prima su Inzaghi, poi su Sannino, pensando di richiamarlo a inizio dicembre prima del suggerimento di Fabiani che rispondeva al nome di Bollini. A Reggio Emilia le cose sono andate così e così: nel primo anno play off ben giocati, ma promozione non conquistata, nell'annata successiva polemiche, critiche ed altro esonero. Ora un'occasione importante per tornare in sella e dimostrare di essere non solo un buon gestore, ma anche un valido allenatore.
Redazione Sport
