In quei ritagli di giornale è racchiusa parte della (quasi) centenaria storia della Salernitana. Un tesoro custodito gelosamente nei locali dell’Archivio di Stato di Salerno e che da questa sera è racchiuso nella mostra "Cento anni di passione 1919-2019: la storia granata nei documenti d'archivio” (che sarà visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 18 - sabato e festivi esclusi - fino al 1° settembre 2019). L’evento è stato organizzato dall’ente di piazza Abate Conforti, in collaborazione con l'USSI e l’associazione 19 giugno 1919. «È un momento di forte identità per la città e che racchiude storie che attendevano soltanto di essere riportate in vita», ha spiegato il direttore dell’Archivio di Stato di Salerno, Renato Dentoni Litta durante il saluto che ha aperto la serata, moderata dal giornalista Rai, Gianfranco Coppola e caratterizzata dalla presenza di tanti ex calciatori, allenatori e dirigenti della Salernitana: da Fulvio Di Maio a Vincenzo Leccese, passando per Egidio Sironi, Antonio Capone, Raffaele Novelli, Ciro Ferrara e Luca Fusco. Ma anche l’ex arbitro Pietro D’Elia che, durante il suo intervento, ha ricordato l’impegno che, «dopo il terremoto, fu profuso per evitare la mancata iscrizione della Salernitana». All’epoca la società guidata dal presidente Filippo Troisi stava attraversando un momento difficile ma, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale - di cui D’Elia era assessore allo Sport - si riuscì a salvare il calcio in città. «All’epoca demmo anche l’input con la prima delibera per la realizzazione del nuovo stadio», ha ricordato D’Elia, ripercorrendo una parte della storia che è stata ricostruita con documenti grazie al lavoro di ricerca della dottoressa Volpe e del dottor Amato. «Abbiamo cercato di ripercorrere attraverso i giornali la storia della Salernitana. Dalle ricerche effettuate emerge che sin dal 1913 si respirava voglia di calcio a Salerno grazie all’impegno dei ragazzi del liceo Convitto Nazionale Tasso. Tra loro c’era anche Donato Vestuti, deceduto nel 1918 durante la Prima Guerra Mondiale», ha spiegato una delle curatrici della mostra, toccando le tappe principali della storia del club granata: dalla riunione dell’assemblea dei soci con Adalgiso Onesti e Matteo Schiavone alla costruzione del campo sportivo del Littorio (poi intitolato a Vestuti), passando per gli altri aneddoti della quasi centenaria storia granata. «Il fine di questa iniziativa è molto importante - ha concluso la dottoressa Volpe -. Vogliamo avvicinare i giovani all’archivio di Stato e dimostrare che qui è possibile ricostruire sia storie familiari che quelle della propria squadra del cuore».
A rappresentare la Salernitana di oggi c’erano il team manager Salvatore Avallone, il preparatore dei portieri Gigi Genovese, l’addetto stampa Gianluca Lambiase e il centrocampista Moses Odjer. I saluti istituzionali, invece, sono toccati alla consigliera provinciale Paky Memoli, all’assessore allo Sport, Angelo Caramanno e al Rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Aurelio Tommasetti. Il sindaco Enzo Napoli, poi, ha creato un ponte tra passato e presente, collegandosi al momento difficile attraversato dalla Salernitana. «Stiamo vicini alla squadra in questo momento. Dobbiamo fare in modo che si senta calore della gente e che il successo della squadra sia il successo di tutti». Un monito per salvare la categoria e preservare una storia prossima ai cento anni.
