Salernitana, Ventura: «C'è grandissima voglia di crescere»

Il tecnico dei granata dovrà fare a meno di Lombardi. Possibili novità a centrocampo

Salerno.  

Gian Piero Ventura incontra la stampa per presentare la sfida con il Chievo Verona in programma domani sera allo stadio Arechi.

Salernitana-Chievo, nuovo banco di prova?

Grandissima voglia di lavorare, capire, di crescere. È un bel banco di prova. Dziczkek vale quanto detto 48 ore fa, è un giocatore che una volta che è pronto potrà giocare con continuità, non siamo nelle condizioni di poter accelerare, bisogna avere un po' di pazienza. È possibile che qualche mezzala riposi un po', vediamo dal punto di vista fisico come stanno. Il Chievo ha avuto un giorno in più per recuperare.

La vera Salernitana qual è?

A me diverte più quella di Pescara e non quella di Trapani. A fine partita ho detto che in un contesto non facile, abbiamo dato un messaggio forte che questo è un gruppo vero, lotta e magari vince anche. È un ulteriore tassello, anche se non necessario. Il messaggio post-Pescara è che se vogliamo, sappiamo fare calcio. Dopo il Trapani è che stiamo diventando un gruppo vero. In serie B vedo squadre che corrono come forsennati, il motivo predominante è la corsa, non la tattica. Noi vogliamo metterci anche calcio dentro. È un'applicazione diversa rispetto a quattro mesi fa, ma non possiamo essere ancora al massimo. 

Che peso dà ai risultati in questo processo di crescita?

Io rimango dell'idea che, magari, la prima cosa che ho detto ai calciatori 'non andiamo a cercare la vittoria'. Se tu cerchi la vittoria è fine a se stessa, in un campionato bisogna creare i presupposti per la continuità. Questo si ha quando non hai stress di risultati ma quando sei squadra. Meglio farli, meglio vincere che non vincere. Le partite di Pescara e Cosenza mi avevano soddisfatto molto perché c'era una ricerca di quello che volevamo fare. Mi ha infastidito la partita con il Benevento perché non abbiamo fatto quello che avremmo potuto fare. È chiaro che i risultati ti danno la serenità per poter scendere nel particolare.

Io non guardo mai la classifica, il nostro problema non è quello. Il nostro è costruire qualcosa che ci dia la possibilità di guardarla tra quattro-cinque mesi. Lavorare significa avere una crescita immediata, poi magari avere una pausa.

Cosa rappresenta per lei affrontare il Chievo Verona?

Se avessi voluto riprendermi la carriera con il Chievo Verona non sarei andato in una squadra penalizzata. Chievo è una parentesi che ha inciso poco, sono stato venti giorni. Rimane l'amicizia per il presidente e per una società a cui sono stato sempre vicino negli anni. Non posso che sperare che il presidente raggiunga gli obiettivi che si è prefissato quest'anno. È un augurio che gli faccio di cuore.

Cerci è pronto per giocare dal 1'?

Mi aspetto molto da Cerci, ho rivisto un giocatore che si è messo in discussione. Lavora, ha dovuto fare una fatica enorme per riprendere la condizione. Vale per Cerci, vale per Heurtaux. Sono giocatori importanti, non hanno la necessità di fare una presenza in più ma vogliono essere protagonisti.

La squalifica?

Credo di aver più di 1200 panchine, è stata scritta una cosa non corretta nel referto. Io non ho detto nulla agli avversari, era una situazione favorevole alla nostra. Secondo me meglio che squalifichino me e non i calciatori. Mi è dispiaciuto perché c'era la buona fede. Se, poi, mettendo il piede sul rettangolo di gioco c'è la squalifica va bene ma io non ho detto niente.

Lombardi ci sarà?

No, non ci sarà.   

Tornerebbe al Chievo Verona?

Pensavo che si potesse fare un discorso. Nel momento in cui è venuto meno, è finita. Pellissier ha detto una cosa legata alla delusione che sono andato via. Ma il rapporto resta immutato. Non c'è rancore, è un capitolo che non è mai nato.