Salerno riabbraccia Rossi: «Al San Paolo il ricordo più bello»

Il "Profeta" in città: «Dovevo durare un mese e invece fu trionfo. La Salernitana può far bene»

Salerno.  

La favola di rossilandia iniziò in quella finale play-off vinta allo stadio San Paolo contro la Juve Stabia. Ventiquattr’anni dopo, Delio Rossi è tornato a Salerno proprio alla vigilia della sfida contro le “Vespe”. Uno scherzo del destino che rende ancor più speciale il legame tra il “Profeta” e il popolo salernitano, “innamorato” di quell’allenatore che all’ombra dell’Arechi ha scritto alcune delle pagine più belle della storia del cavalluccio marino. «Quella partita con la Juve Stabia è per me l’evento più bello, visto che era qualcosa d’inaspettato. Ero venuto per gestire un passaggio di società, dovevo durare un mese, invece è finito con quel trionfo al San Paolo», ha raccontato Delio Rossi dopo aver varcato la soglia di Palazzo di Città per partecipare alla presentazione del libro “Una partita lunga un secolo”, scritto da Angelo Scelzo e Luigi Narni Mancinelli.

Un appuntamento che si è trasformato nell’occasione per riavvolgere il nastro dei ricordi ed abbracciare uno dei personaggi a cui la Salerno calcistica è più legato. Non a caso, appena Rossi è uscito dall’ascensore, è stato travolto dall’affetto dei salernitani. Il primo ad abbracciarlo è stato Raffaele Russo, il Vikingo della Curva Sud, giunto in Comune al pari di tanti volti storici del tifo salernitano. «Devo dire che tornare a Salerno non è mai una cosa banale, anzi vorrei tornare più spesso ma per eccesso di amore a volte non torno, perché non vivrei la città, anche perché nel momento stesso in cui tornassi a Salerno, la gente penserebbe che sia legato agli aspetti calcistici», ha ammesso Rossi, confermando il grande legame costruito con la città nelle annate vissute a Salerno. «Sono venuto in un momento particolare, all’inizio della mia carriera, la mia prima squadra professionistica è stata la Salernitana, ho avuto la fortuna di avere un buon gruppo di giocatori che sono stati più uomini che calciatori, e questo mi ha aiutato».

A Palazzo di Città, tra l’altro, iniziò l’avventura bis di Rossi a Salerno che culminò con la promozione in serie A. «Stiamo parlando di 22 anni fa. Penso che bisogna avere rispetto del passato, perché non puoi avere futuro se non hai rispetto del passato ma il calcio è adesso, poi però bisogna ricordare le cose belle». E il presente della Salernitana?. «Ha una società importante, un allenatore importante, ci sono i presupposti per fare bene».