Mari a 696: «Ventura risolleverà questa Salernitana»

L'ex calciatore è stato allenato dal tecnico alla Centese: «Vuole dimostrare il suo valore»

Salerno.  

Quando gli pronunci il nome di Gian Piero Ventura, il nastro dei ricordi s’avvolge nel tempo, fino a fermarsi a 32 anni fa. Stagione ’87-88. Il salernitano Sergio Mari aveva 25 anni ed era alla sua prima esperienza lontano dal “suo” Sud. Da Cava de’ Tirreni si era trasferito alla Centese, squadra della provincia di Ferrara militante in serie C1 che in quella stagione (e anche in quella successiva) era guidata in panchina dall’attuale tecnico della Salernitana. «Gian Piero Ventura era già un bellissimo allenatore, mi ha insegnato un sacco di cose», ha svelato Mari, ospite della trasmissione Granatissimi, in onda sul canale 696 Ottochannel. «La sua carriera è stata costellata da vittorie in B, c’è stato il neo della Nazionale ma nel calcio ci può stare. Io da ex calciatore io ricordo soprattutto le sconfitte», ha spiegato l’ex calciatore che, dopo aver appeso le scarpette al chiodo ha intrapreso la strada dello spettacolo. I ricordi, però, restano nitidi. E quella stagione condivisa con Ventura lo ha portato ad avere una grande stima del tecnico ligure. «Chi meglio di Ventura vuole dimostrare a sé stesso di essere un grande allenatore, sono sicuro che il nostro Gian Piero farà di tutto per far risalire questa Salernitana perché vuole dimostrare quello che davvero vale», ha sottolineato nel corso della puntata, evidenziando che, molto spesso, le scelte di un allenatore hanno una ratio ben specifica. «Dalla panchina si riesce a vedere se un calciatore c’è anche quando sbaglia. Io amavo i miei compagni di squadra che anche quando sbagliavo mi dicevano ‘non muoverti da qui’. Sinceramente dare la croce addosso a Ventura mi sembra ingeneroso. A volte ci sono grosse difficoltà, più che attributi ci vogliono motivazioni psicologiche importanti».

Mari, da ex calciatore, ha parlato anche di Alessio Cerci. «Se non viene messo in campo ci saranno delle difficoltà che neanche il tecnico poteva immaginare. Dall’esterno si è troppo sicuri di certe cose, sembra troppo una questione matematica. Io mi allenavo sempre allo stesso modo, ci sono state piazze nelle quali ho fallito. A L’Aquila, ad esempio, non hanno conosciuto il Sergio Mari vero, a Salerno magari non conosceremo il vero Cerci. In Italia abbiamo avuto calciatori che hanno vinto il pallone d’oro in Europa e qui hanno fallito».

Un passato, quello calcistico, a cui Mari guarda con affetto. Il presente, però, va in tutt’altra direzione. «Dal 13 fino al 31 dicembre a palazzo Genovesi allestiremo il primo museo-teatro dello sport. Abbiamo oggetti con attori che racconteranno storie di grandi campioni dello sport come Angelo Crescenzo, Agostino Cardamone, Ester Iannotti, Massimo Scarpa, forse anche Sara Simeoni, Invito Gian Piero Ventura e spero che portino anche i giocatori della Salernitana ad ascoltare le storie di questi grandi campioni».